giovedì 29 maggio 2014

TrombAmico si, AmicoTrombo no, grazie.

Avere amici maschi è bello.
Avere amici maschi eterossuali è bello.
Avere amici maschi eterosessuali sgnaccheri è bello.
Avere amici maschi eterosessuali sgnaccheri con cui ci vogliamo accoppiare selvaggiamente, è una traggggedia.

L'AmiConfiEtero differisce dall'amico gay per diversi fattori, tra cui la riluttanza nei confronti di frasi come:" Amore oggi sei f-a-v-o-l-o-s-a. Con questo vestito di Ferrè anno 1998, avorio opaco, sei di una bellezza stellare. Ne ha indossato uno simile Naomi, prima che diventasse sociopatica".
Va anche detto però, che il GayFriend ti fa sempre sentire bellissima. Che è un notevole vantaggio.



L'amico etero però ha un ruolo socialmente più utile. Dà pareri sinceri sulla bruttezza del nostro cane, è in grado, con un'ammirevole dignità, di dirci che con le ballerine sembriamo elefanti con caviglie alla Maradona, ammette pubblicamente che con le abilità che ci ritroviamo potremmo governare il mondo, e che no, quel tipo con cui stiamo uscendo non fa per noi.
E' quello che se gli chiedi: " Mi sta meglio la coda o la treccia?", Ti risponde Perché, c'è differenza?
L'AmiConfiEtero è quello a cui raccontiamo praticamente tutto. Ed è quello che dice farsi come: "Se non te la lecca, mollalo".
Pragmatico. Concreto. Solido. Fottutamente maschio.
E ovviamente scopabilissimo.
Perché se con l'amico gay sai benissimo che se anche ti mettessi la maschera di Pirlo, lui ti troverebbe comunque troppo donna per i suoi gusti, con l'amico etero le cose si complicano.

Di recente la mia amica G. è venuta in lacrime a casa mia dicendomi di aver fatto ubriacare il suo migliore amico, per poi passarci una notte assolutamente rock'n'roll. Lei è stata sopra, che fa molto femmina alfa. (Lui probabilmente era svenuto in coma etilico).
Mentre lei sognava case nella prateria, un balcone pieno di fiori, e 3 bambini dagli occhi blu, lui scappava più veloce della luce.
"Hai fatto una minchiata lo sai?"
"Vanity Fair ha detto che avere un TrombAmico è la soluzione ideale per le single trentenni".
"E da quando Vanity Fair si è sostituita al tuo psicanalista? Ma soprattutto. TrombAmico si, AmicoTrombo no."
"Eh? Padova si evolve troppo in fretta."
"Appostosiamo".

Il TrombAmico è quell'uomo magnifico che chiamiamo quando ci sentiamo sole.
E' quel tipo di Pisello che sappiamo benissimo che farci un giro in giostra non implicherà MAI una relazione.
Di solito infatti ha un carattere di merda.
E' della Vergine e noi del Cancro, e si sa, il connubio non promette nulla di buono.
E' quello fidanzato (si, non si può, ma fotte).
E' quello allergico alle relazioni.
E' quello che non ci paga mai la cena. Sempre 50 e 50.
E' quello che sta sul culo alle nostre amiche. Insomma.
Fidanzato no, trombamici piùchevolentieri.
Io ne ho avuti due contemporaneamente, per circa 3 anni. Avevo la pelle liscia, non mi incazzavo mai, sessualmente ero tra la Fabbrica di cioccolato di Willy Wonka e il Paese delle Meraviglie, non dovevo pulire per due, cucinare per due, fare la spesa per due, ma quando un pensile della libreria mi abbandonava, lui accorreva.

Per quanto riguarda L'AmicoTrombo non ho grande esperienza. I miei amici maschi sono tutti gay,  scelta fatta con grande- e inaspettata- saggezza, vista la mia propensione gagliarda ad innamorarmi di qualsiasi uomo al primo Sei libera stasera?
L'AmicoTrombo fa parte di quella categoria di amici con cui si va in vacanza, si inizia a raccontar loro quanto siamo sfigate in amore, quanto l'ex non capisse il nostro Io Profondo, quanto siamo indipendenti e arrapanti, fino a che non ci immaginiamo a rotolare con lui sui covoni di fieno.
E lì parte la fregatura. Perché iniziamo a sognare.
E noi donne siamo da Oscar in quanto a film mentali.
E' così meraviglioso come amico, chissà come sarebbe, come papà (dei nostri figli, non nostro).
Cucina talmente bene. Già ci vedo a fare l'amore davanti al camino, con in mano una Sacher Torte.
Quella camicia gli sta perfetta. Con il vestito da matrimonio sarebbe uno spettacolo.
E giù così.

In più lui non ci facilita il compito perché:
Ci conosce bene e sa cosa ci piace, e in che misura.
E' nostro complice.
Ci fa ridere e divertire.
Piace alla nostra mamma.
E il rotolarsi sui covoni diventa reale. In un letto. Probabilmente a luci spente. Senza musica dolce in sottofondo. Senza la magia del giorno dopo.
Perché il giorno dopo probabilmente saremo entrambi così imbarazzati da non riuscire a guardarci in faccia.
E i trip mentali si raddoppieranno magicamente.
- Mi ha chiamata per vedermi perché gli piaccio, o perché deve raccontarmi chi si è fatto ieri sera?
- Ha detto che oggi sono carina. Ma carina tipo Mi ti scoperei contro un palo, o carina come sua sorella alla prima comunione?
Amicizia rovinata e un uomo ancora single su piazza.
No Good.

Però siccome non mi innamoro del mio confidente da quando ho compiuto 15 anni, forse le cose sono cambiate.
Magari è davvero possibile essere amici e poi fidanzati felicissimi. Boh.
Ci terrei tanto a sapere il vostro parere.
Perché si sa. Un AmiConfiEtero è sempre dietro l'angolo, e non si sa mai che in futuro io non ne incontri uno con cui rotolarmi per davvero sui covoni di fieno.


lunedì 26 maggio 2014

L'amore ai tempi dei cliché

L'amore ai tempi della diversità, e dei cliché.
Che cosa bislacca.
Le bambine di tutto il mondo sono cresciute pensando che effettivamente sia possibile essere risvegliate da un sonno eterno con un bacio.
Salvo poi scoprire, in adolescenza, che se baci un rospo non solo non diventerà Principe, ma probabilmente ti passerà la mononucleosi.
D'altra parte i modelli si sprecano: Cenerentola era una sguattera che parlava con i topi. E alla fine si è sposata il manzo. Distratta, felice, con il suo Happy Ending ed un vestito da urlo.
Pocahontas ha deciso di mandare in bianco il suo corteggiatore pellerossa, per il biondo occidentale. Bella scelta amica. Non potevi startene nella tua tenda ad allevare bambini, invece di infognarti con uno che alla fine della favola se ne va, lasciandoti una reputazione abbastanza discussa?           
                                                      Punizione divina inclusa. 
Jane Austen?
Marta Marzotto?
Elisa di Rivombrosa?
Il punto è un altro.
E' che io non ci credo ai finali di favola in generale. Tanto meno credo ai finali da favola tra persone che non facciano parte di una produzione Disney o del cast di Cinzia T.H. Torrini.

Una serie di appuntamenti imbarazzanti con individui psicopatici mi ha indotto a invocare un dio minore. E a smettere di vivere sul tappeto volante di Aladdin per calarmi nel mondo comune.
Una tragedia, sia chiaro.


Apro una parentesi, perchè doverosa.
Siamo tutte convintissime che se non usciamo con uno che sia issimo -simpaticissimo, brillantissimo, bellissimo, eterissimo, ricchissimo- non saremo felici. Tanto vale stare a casa a guardare la seicentesima replica di Harry ti presento Sally, e farla finita strozzate dai pop corn.
Ma secondo me non è proprio così.
L'Happy Ending ci può essere tranquillamente anche con chi non abbia passato il weekend scalando l'Everest.
Con chi beve il Chinotto invece del Negroni.
Con chi ha delle pantofole pelose a forma di Bugs Bunny.
L'Happy Ending può essere con chi non sia il sosia di Brad Pitt. Ma di Michele il pizzaiolo.
Finiamola di pensare che saremo felici solo con chi ha preso parte almeno a 3 spedizioni avventurose in Nuova Guinea.
Con chi ha i bicipiti talmente grossi da poterci portare in braccio per i prossimi 27 mesi, perché abbiamo guardato Le pagine della nostra vita una volta di troppo.
Non è detto che l'uomo giusto sia quello che appena ci vede, ci lanci una serie di sguardi languidi e frasi d'effetto stile Ufficiale Gentiluomo.
Per esperienza personale, chi esordisce con farsi da film, è perchè non ne conosce altre.
Ci hanno detto che ci saremmo innamorate del più figo della compa, del più maschio, del più sessualmente stimolante. Del più maledetto.
Secondo questa teoria dovremmo tutte fidanzarci con del testosterone vagante e stronzo.
Che boiata. E che ansia. E soprattutto che infelicità.
Perché dobbiamo votarci all'infelicità?
Inoltre. L'Happy ending esiste? Cioè se io mi sposo con l'uomo dei miei sogni, appena mi fa incazzare non è più Happy Ending? E se mi tradisce? Ho sbagliato tutto? E se io mi innamoro di un altro? Ho confuso l'Ending? Cheppalle. 
 Fine parentesi.
Oltre ad avere dei dubbi sui finali da favola ho anche non poche perplessità sull'amore tra diversissimi.

Se amiamo il gelato pieno di grassi evitiamo per il nostro bene di uscire con l'istruttore di body building.
Si chiama Evitare uno smaronamento di balle da premio Nobel, con successivo inabissamento dell'ego.
Se al sabato sera il mio ideale di felicità astrale è stare a casa a guardare la Maria De Filippi, il barista da discoteca me lo sconsiglio da sola.
Mi sottopongo a del training autogeno per togliermelo dalla testa. Anche se è alto 1.90, è biondo, e mi dice Nessuno può mettere Baby in un angolo.
E' banale? Può essere.
E allora mi spiegate perchè ho file di amiche piangenti? Perchè io stessa ho sbavato dietro a un casino di Playboy che nella lista di priorità mi inserivano tra la visita della cugina e il ristorante Thai?

Io, che ho fatto sedute spiritiche invocando richieste di cene che non sono mai arrivate?

Perchè donne?
Perchè siamo piene di miti del cazzo.
Perchè siamo ragionevoli come un gallo in un combattimento.
Perchè non capiamo una cosa fondamentale.
Non è vero che se lui è uguale a noi, ci romperemo le balle.
Non è vero che se lui è un bravo ragazzo, sarà per forza noioso.
Ci deve rompere le balle che non chiami.
Ci deve annoiare quando lo vediamo flirtare con la cameriera, senza aspettare che siamo andate in bagno.
Quando ci molla senza neanche aver parlato di cunnilingus.
Quando divide il conto alla romana, come se fossimo la sua coinquilina Giuseppina.
Quando ci dice ”Ti scrivo appena sono a casa”. Era il 2010 e ancora non abbiamo avuto sue notizie.

Se fossi una mamma pesce racconterei ai miei pesciolini la storia d'amore tra noi trote e uno squalo. Gliela racconterei prima di dormire.
Ma non vorrei che ci credessero. Vorrei che capissero che le storie d'amore esistono. Punto.
Ma se a diciotto anni la mia pescia minore tornasse a casa innamorata di uno squalo, mi chiederei dove ho sbagliato.
Dove abbiamo sbagliato pescioline?





mercoledì 21 maggio 2014

Quello che so sull'amore

Io all'amore penso continuamente. Da quando sono bambina. Come un amico dal quale non riesco a separarmi mai.
Che a volte si odia, e a volte si desidera con tutto il cuore.
Ci insegnano che ci sono tanti tipi d'amore, e che ognuno è speciale.
Crescendo iniziamo a pensare che forse se non è sofferto, malato, drammatico non sia Vero Amore.
Che assurdità.
Che incoraggiamento all'infelicità, al suicidio sentimentale.

Vivo l'amore nelle sue forme più sensate, più bislacche più pure e più goffe.
Penso che l'amore più bello sia quello che ti faccia capire di avere fatto la scelta giusta.
Quello che ti fa confrontare la persona che hai vicino con tutte le altre. E che ti fa sempre tornare a casa.
L'amore non sono le farfalle nello stomaco, l'attesa disperata davanti ad un telefono che non squilla, gli abbracci mancati, la voglia di avere una presenza vicino.

L'amore è quello che ti fa svegliare di notte e guardarlo mentre ti dorme accanto, e pensare ogni volta Che favola. A volte quindi capita.

L'amore è quello che puoi piangere a dirotto e non vergognarti mai. Perché chissenefrega. Perché lui è più importante dell'orgoglio e del rimmel sulle guance.

L'amore è l'idea di invecchiare insieme. Di ridere a 80 anni davanti alle stesse cose, di prendersi per mano e guardarsi come due amanti che condividono i medesimi segreti. Di stare svegli fino a tardi a raccontarsi un sacco di cose.


















L'amore è una lotta contro il tempo, contro i cliché , contro il passato che ha fatto male, e il futuro che si è impigrito, e ci mette troppo ad arrivare.

L'amore è una danza di buone intenzioni sussurrate al momento giusto, e ballate quando iniziano le difficoltà.

L'amore, come diceva Socrate, è un mancarsi sempre. Anche quando si è nella stessa casa, nello stesso ufficio. Il bisogno di scambiarsi uno sguardo, di toccarsi, di essere nella stessa stanza anche se non ci si dice nulla.

L'amore è il terrore di perdersi, e accettare dei compromessi che ci cambiano, che ci impongono di cambiare, perché mantenersi se stessi, ma senza l'altro, è fuori da ogni logica divina.

L'amore è arrabbiarsi senza riuscire a stare seri, perché ci viene da ridere, perché alla fine la risata è la miglior resa.

L'amore è pensare a quanto sarà meraviglioso vedere una pancia che cresce, e capire che all'interno di quella pancia c'è una metà di entrambi. Un 50 e 50 equo e molto solidale.

L'amore sono i capricci per vedere quando l'altro cederà, ed è tutte le volte in cui si cede per far contento l'altro.

L'amore è un ti amo entusiasta, una promessa di prendersi cura della persona che ci sta vicino; è un affidarsi.

L'amore è una scommessa giornaliera con il destino, la scommessa di avere puntato sul cavallo vincente. La sicurezza, di avere al tuo fianco il cavallo vincente.

L'amore è una canzone mai stonata. Un'opera lirica in cui gli archi suonano quando devono suonare, il tenore mostra il suo profilo migliore, l'orchestra non sbaglia nulla, ed è incredibile, ma non sbaglia proprio nulla. Poi magari quell'orchestra ha sbagliato un sacco di cose, ma noi, da quel palchetto sghembo, non ci siamo accorti di niente, perchè tutto ci è sembrato perfetto, accoppiato per bene.

L'amore è quello che sai che prima o poi arriverà. E sì. Ti inculerà. Ti fregherà. Ti distruggerà. Ti addomesticherà. -Che paura essere addomesticati.- -Non è vero, non fa così paura.-
Ma sarà la migliore cose che potessimo mai provare. E con un po' di fortuna, la persona che ci sarà a fianco, non avrà nessuna intenzione di fregarci, né di distruggerci. Magari la persona in questione, deciderà che siamo troppo importanti per farci stare male.
E ci renderà la vita un Luna Park, fatto di montagne russe, di alti e di bassi. Ma sempre insieme.
Perché la vita è più bella se durante il giro della morte si ha qualcuno che ci tenga per mano.
A te. 

mercoledì 14 maggio 2014

I dolori della moda maschile

Nasci.
Cresci.
Leggi una rivista femminile.
Credi di avere imparato.
Esci con uno.
Non hai imparato un cazzo.
Leggi un blog maschile.
Arriva l'illuminazione.
Esci con un altro.
Non hai imparato un cazzo manco sta volta.
Muori.

Il web e l'editoria offrono spunti interessanti per capire cosa non fare, ma soprattutto cosa una donna non dovrebbe mai indossare, pena l'afflosciamento virile nei primi cinque minuti dell'appuntamento.
A quanto pare un gambaletto sapientemente nascosto sotto la scampanatura dei pantaloni, creerebbe più scompensi ormonali di una conversazione cretina.
Sembra infatti che il geniale maschio, capti una mutanda contenitiva nel raggio di 400 metri e mai e poi mai accetterebbe di passare due ore in compagnia di una bella donna, se colei commettesse il peccato capitale di voler appiattire la pancia per nascondere i 120 grammi di pasta al ragù mangiati a pranzo.

Invece loro, gli uomini, mai penserebbero che anche noi siamo nauseate da accessori rivoltanti e da vestiti che non metteremo neanche al nostro cane.
La differenza è che siamo flessibili, soprassediamo.
Sappiamo che alla soglia dei 30 anni, ci sono cose sulle quali decidiamo di far finta di nulla, perché i papabili (e scopabili) sono una razza in via di estinzione, e trovare un maschio affascinante, con un lavoro decente, alto più di 1.80 e che paghi la cena, è diventato più complicato che vincere un biglietto omaggio per una camminata sulla luna.
Decidiamo quindi di essere superiori e accettare una cravatta con i gattini.
Ma c'è un limite.
Ci sono ancora degli indumenti maschili che ci creano imbarazzo, paura e un'ansia feroce.
Indumenti che dovrebbero prevedere lavori forzati a vita. In catene. E senza acqua.

1) Mezzo slip, o mezzo costume. 
Evidentemente lo slip intero faceva tanto vecchio secolo, non so. Adesso quindi va di moda metà. Metà eterosessualità compresa.
Io ora vorrei chiedere al genio che li ha ideati, al genio che ha risposto a questa idea con entusiasmo, al genio che ha deciso di investire dei soldi in questa minchiata enciclopedia, Perché.  Perché. Che già usciamo con uno e ci vogliono 20 minuti per iniziare ad annusare un briciolo di testosterone. 
Non vi sembra di esagerare, stilisti?



2. Gli slip creativi. Che bianchi e neri mi dissero essere banali.
Quindi apriamo i rubinetti della fantasia e disegnamo della mutande con delle cose a caso.
Quelle con una sobria S di Superman, come a mettere le mani avanti. Come se noi, a vedere quella S, ci immaginassimo all'istante che colui che ci sta sopra, in realtà sia un supereroe, e non la reincarnazione della zia Esterina sotto Prozac.
Che dire dell'Omino Biscottino? Mai nulla fu più arrapante dell'Omino Biscottino.
Secondo Intimissimi io dovrei bollire di entusiasmo come un teiera, alla vista di cotanta mascolinità?
Io veramente, boh.

3. Meggins. I famigerati leggins maschili.
Almeno che voi, uomini senza gusto, non siate Roberto Bolle, con il quale mi travestirei da uomo pur di accoppiarmici, non avete il diritto di indossare una simile aberrazione.
E se state pensando "Si va beh, non saranno mai di moda", vi informo che Justin Bieber ne va letteralmente pazzo. E ricordiamoci che Justin Bieber è un po' come Berlusconi. Tutti lo disprezzano, tutti lo odiano, nessuno lo vota, ma non si sa come vince sempre il vincibile. E oltre.
Quindi state all'erta. Che indossare un paio di meggins color verde muschio e sembrare Peter Pan, è un attimo.


4. Culi di fuori. Dovrebbero essere i pantaloni dei ribelli, dei rapper, della variante maschile di Jenny from the block. Invece rappresentano i ritardati che non sanno che la moda dei pantaloni con le chiappe fuori è nata nelle carceri americane, dove le cinture non erano permesse per motivi di sicurezza, e dove -pare- avere il sedere di fuori implicasse il consenso ad un rapporto sessuale tra internati.
Ecco. Ora lo sapete. Copritevi che nella maggior parte delle volte non è neanche un bel vedere.


Noi ci impegnamo tantissimo. Abbiamo una costanza che farebbe invidia a qualsiasi maratoneta. Usciamo, ci esponiamo sentimentalmente, speriamo, abbiamo una fede che ci accompagna dai 6 ai 98 anni. Preghiamo qualsiasi divinità presente al mondo.
Saremmo disposte anche a compiere riti sacrificali.
Questa caccia all'amore è sfinente, deprimente, a tratti induce al suicidio ormonale.
Vi prego.
Già le donne dovrebbero avere uno stipendio extra. Perché trovare marito ormai è un lavoro, dove occorre applicare regole di marketing ben precise.
Già la concorrenza è spietata e straniera.
Facilitateci il tutto.
Una camicia, un boxer semplice e un bel sorriso. Non occorre altro.
Siamo sfinite. Ci accontentiamo.






venerdì 9 maggio 2014

Le mie amiche. Una storia d'amore.

Ieri sera sono andata a bere una cosa con la mia amica F.
F. è una di quelle amiche che ho da quando sono bambina, conosciuta tra i banchi della prima media, una di quelle persone che mi ha accompagnato per tutta la vita.
Con F. ho foto bellissime di quando entrambe avevamo i brufoli ed io neanche un filo di cellulite.
F. è quella con cui ho fatto un bel po' di prime cose. Le prime corse sui motorini, il primo autostop dove pensavamo che saremo morte, le prime sigarette, i primi cambi d'abito in ascensore quando i nostri genitori pensavano che andassimo l'una a casa dell'altra, e invece io e F. andavamo a ballare. Insieme, ovviamente.
F. che è stata testimone del mio primo bacio, ed io del suo.
F. che era l'unica a sapere quando stavo male, e l'unica a cui consentivo di vedermi piangere.
F. con cui disquisisco sui massimi sistemi del mondo, ed F. che non giudica mai.
F. che ha pochi segreti, ma ne sa sempre una in più di me.
F. che tra pochi mesi avrà una bambina.
F. che è una mamma piena di paure, e piena di coraggio.
F. che è una promessa d'amore.


E. e B. le ho incontrate al liceo.
E. e B. sono le mie due amiche. Nel senso che non sono realtà singole, E. e B.
Sono un'unica realtà. Noi 3, siamo un'unica realtà.
E. e B. sono quelle della cena del giovedì sera. Quelle del "Oh, hai news?" "Si, ho delle news pazzesche".
Perché non si sa come, ma E. e B. hanno sempre delle news pazzesche. Che poi non sono così pazzesche, ma la novità dà quel brivido di scoperta che noi amiamo tanto.
E. e B. sono quelle delle vacanze al mare, del viaggio in Spagna, quelle degli esami, quelle delle aule studio, quelle del gossip forsennato.
E. e B. sono quelle che quando sono triste aprono sempre una bottiglia di vino.
E. e B. sono quelle che quando medito vendetta hanno sempre un piano.
E. e B. sono quelle del "Quella mi sta sul cazzo" "Se sta sul cazzo a te, sta sul cazzo anche a me".
E. è quella delle risate pazzesche.
B. è quella che quando si perde riesce sempre a trovare la strada di casa.
E. è quella che mi scopre il décolleté quando sono troppo accollata.
B. è quella che mi copre il décolleté quando sono troppo scollata.
Noi 3 siamo quelle del "Mi sono presa una cotta." "Un'altra?" "Si. Mi accompagnate in incognito che ve lo faccio vedere?" "Ovvio".  E via per centri commerciali, palestre, macellerie, piscine, dietro alle siepi, mimetizzate come soldati in guerra, per vedere l'ennesimo Lui.
Noi 3 siamo quelle del "Ma la tipa ha amiche donne? No perché se non ha amiche donne, c'è da avere paura, paura grande".
E. e B. che offrono sempre un punto di vista diverso, e raramente sbagliato.
E. e B. so che sono quelle amiche con cui diventerò grande e vecchia.
E. e B. sono una promessa d'amore.

S. è l'amica di Londra.
Nel senso che l'ho conosciuta a 14 anni a Londra, e sempre a Londra abbiamo scoperto che abitavamo nella stessa via, a Padova.
S. e le confidenze alle 4 di notte.
S. e la convivenza a Milano.
S. che torna da una cena di lavoro a Como, perché io ho bisogno di lei.
S. con la quale ho litigato tantissimo.
S. che mi dice sempre quando dimagrisco. E anche quando ingrasso. Ma si vede che preferisce dirmi che dimagrisco.
S. che non ha mai capito davvero quanto lei sia bella.
S. e lo shopping compulsivo.
S. che è capace di generosità infinita.
S. che sa perdonarsi sempre. A volte troppo in fretta.
S. che è una promessa d'amore.


Alle mie amiche, che sono la mia vita, il mio impegno e la mia costante.
Che mi ricordano che da sola ce la posso fare benissimo, ma farcela insieme è molto più divertente.




















martedì 6 maggio 2014

Ego maschile. Attenzione, merce fragile.

Qualche anno fa, in una Milano gagliarda e molto assonnata, lessi da qualche parte la differenza tra la donna puttana e la donna mamma.
Ora, poiché all'epoca ero quasi iscritta agli Alcolisti Anonimi, può darsi che non ricordi proprio benissimo il testo, ma il significato era più o meno questo.
Agli uomini piacciono quelle un po' mignotte. Nel senso che amano quelle che a letto se la spassano, mentre hanno il terrore delle femmine che si improvvisano mamme.
E fin qua, potevo dirlo anche io.

Il problema è quando tu vuoi tanto essere una prostituta, ma lui ti impone di fargli da mamma.
Lavoro in un ufficio di quasi sole donne e i racconti si sprecano.
Uomini che non si portano via neanche il piatto della colazione, a cui devi ripetere mille volte di darti una mano in casa, e poi i bambini, il cane, il bucato, il giardino e la suocera.
Come si fa a mantenere il rapporto vivo se hai una donna che ti sgrida con farsi come "Ti sei dimenticato il latte? Ma cazzo! Quante volte devo dirti che il latte non può mancare, che poi mi vengono le ossa fragili e mi sbriciolo sul marciapiede. Sei proprio un coglione"
Come si fa a mantenere il rapporto vivo quando hai un uomo che ti ha momentaneamente confuso per la sua colf ucraina?

Io in fatto di relazioni ho la stessa esperienza che ha un asino nel diventare unicorno, ma qualcosa nella mia patetica voglia di capire il genere maschile, l'ho imparata.
La passione è qualcosa che si alimenta da sola. Ed è quella cosa che trasforma una donna, da mamma rompicazzo, a prostituta magnifica.
Ma per mantenerla occorre usare qualche trucchetto da megera degli anni '50.

1. Gli uomini non vanno mai demoliti. Lo so che abbiamo voglia di spaccargli il tavolino in testa e vedere quanto ci mettono le schegge di legno ad arrivargli al cuore ed ucciderlo di morte brutta. Lo so. E' un pensiero normale. Ma se iniziamo a dirgli che non capisce un cazzo, che è un incapace, che il nostro cane avrebbe montato la libreria Billy meglio di lui, che il quadro manco se fosse stato bendato avrebbe potuto appenderlo così storto, il suo ego diventerà minuscolo. E per risollevarlo cercherà qualcuna che gli dica quanto sia forte, macho e prestante.


















2. Se ci riuscite, incoraggiatelo. Avete presente i bambini? No. Neanche io. Avete presente nei film dove ci sono i bambini che fanno dei disegni di merda ma la mamma dice loro che sono stati bravissimi? Ecco. I bambini fanno due robe orizzontali e due verticali che dovrebbero rappresentare gli arti, e una testa oscena. Di solito è a forma di uovo. Una mamma non andrà mai dal suo pargolo a dirgli "Ahahah! Ma sei ritardato? Cazzo è sta roba? Un occhio? Ma se sembra un'anguilla. Se non sei capace, fai altro perdio!". No, ovviamente. La mamma accarezzerà la manina grassoccia all'infante rassicurandolo sulla possibilità di essere il nuovo Picasso. Con gli uomini è più o meno lo stesso.
"Occristo! Hai appeso una presina da cucina al muro usando solo lo scotch e 45 viti! Ma che bravo, che maschio! ".
Dite ad un uomo che ha fatto un ottimo lavoro e lui avrà sempre il pisello duro.

3. L'amore per la condivisione. Se per le donne il termine condivisione rappresenta la condivisione della vita, del ruolo genitoriale, della luna di miele, della quotidianità magica, per gli uomini il termine condivisione ha un altro significato.
Amano condividere con noi tutti i rumori provenienti dal loro corpo.
Si sa, dietro ad ogni grande uomo, c'è sempre una grande donna, che probabilmente scalpiterà e morirà, come se fosse all'interno della fogna di Calcutta.
Ma sempre seguendo l'esempio della mamma con il bambino, quando vi farà sentire l'odore delle sue  scoregge, non dovrete rimproverarlo, perché è effettivamente un maiale, ma dirgli: "Evviva, che gioia non ho mai sentito una fragranza così buona come il tuo eau de culò". 




















4. Se qualcuno vi dice che la passione si alimenta se voi, donne moderne, sarete sempre sexy e ammiccanti, mandatelo affanculo.
Se lui ha voglia di fare all'amore con noi solo perché abbiamo un intimo figo invece delle mutande post ciclo, o le gambe depilate, invece che una riproduzione in scala 1:1 della Foresta Amazzonica, non è vero amore.
Suggerisco che l'importante sia prendere l'iniziativa. I miei amici uomini si lamentano sempre che le donne a letto non prendono mai l'iniziativa. Che devono essere sempre loro, i maschi, a cominciare e che questo non si sposi con le loro fantasie sessuali, ma con l'idea che siamo delle mammine, e non delle prostitute.
Ci vorrebbero più audaci, ma non troppo che poi si sentono in difetto e fanno cilecca. L'equilibrio è la chiave di tutto. Chiaro, no?

5. Non chiediamo agli uomini di fare cose di cui non sono in grado. Se non sanno cucinare, inutile chiedergli manicaretti elaborati che vadano oltre l'uovo bollito, perché faranno una merda immangiabile e noi ci arrabbieremo tantissimo.
Meglio capire su cosa siano portati e puntare su quello.
Il toast che vi farà sarà il più buono che abbiate mai mangiato in vita.
L'insalata come la toglie lui dal sacchetto, nessuno mai.
Come apre le scatolette di tonno, manco Ercole.
Come mette sulla piastra quel pollo che ha tirato fuori dal freezer 8 giorni fa, ed ora è verde, solo lui.

Avanti così.
Poi chiamate un'amica e andate a sfondarvi di fritti e cose buone, onde evitare conati di vomito fino a sera.

Alla fine l'unica cosa importante è mantenere l'ego maschile alto, così non sarete mai mamme ma sempre prostitute.
Se ci riuscite, spiegatemi come si fa. Io e la mia sensibilità da Caterpillar ve ne saremo grati.