venerdì 31 ottobre 2014

La tragedia degli amori giovanili

Ci siamo cascate tutte.
E per tutte intendo proprio tutte.
Gli amori giovanili hanno mietuto più vittime di Leo in Titanic.
Ci hanno fregato. Disintegrato. Fatto nascere consapevolezza, ma soprattutto insicurezze.
Ci hanno obbligato a paragonarci a chi aveva una vita amorosa felice. Ci hanno fatto compagnia mentre piangevamo con un cuscino sulla bocca.
Una tragedia, lasciatemelo dire.

Nella pienezza della nostra adolescenza sognavamo. Sognavamo così tanto da poter mettere in scena almeno due lungometraggi della Disney. Eravamo come spugne che assorbivano impulsi e sentimenti.
Alla domanda cosa vuoi per te stessa da grande, le più coraggiose rispondevano:"L'amore",  le altre lo pensavano soltanto.
Ci siamo colmate di sentimentalismi, di libri dal finale felice, di illusioni.


Crescendo abbiamo conosciuto diversi ragazzi carini, con i quali abbiamo provato vagamente a sperimentare quell'idillio romantico di cui non riuscivamo a fare a meno.
E lì. La catastrofe.
Perché questi adolescenti mai una volta che abbiano azzeccato la cosa giusta da dire.
Mai una volta che sapessero dove mettere la mani.
Mai una volta che non capissero quanto amore eravamo propense a dar loro.
Se corrispondevano il nostro idillio, era perennemente in agguato una tragedia.

M. fu colui a cui diedi il primo bacio.
In un sottoscala del patronato. Non partivamo benissimo, me ne rendevo conto, ma non ci turbavamo. L'ottimismo era l'ingrediente principale delle storie delle medie, come la crusca nella dieta Dukan. Poi non mi chiamò più per 12 giorni. Alla fine mi mollò per telefono dicendo che l'amore non era sbocciato.
Grazie al cazzo, M.

La cotta per M2 avvenne a 15 anni. Era dannatamente bello ed io lo aspettavo tutte le mattina all'incrocio tra casa mia e il suo liceo. Ci conoscevamo, andavamo d'accordo e questo mi bastava per mettere la sveglia mezz'ora prima del solito ed aspettarlo. Al freddo, al caldo, se pioveva, se c'era la nebbia, io ero lì, a quell'incrocio, con le mani nei guanti di lana o con gli occhiali da sole nuovi.
Il semestre successivo M2 baciò una mia amica.
Come avevo fatto a pensare che un suo Ciao corrispondesse ad un Mi piaci?

Qualche anno dopo mi innamorai perdutamente di A., che palesemente mi voleva bene, ma non si esponeva. Cantavamo in macchina in un'età in cui io la patente me la sognavo. Ci distendevamo sui muretti a vedere le stelle. Mi diceva cose importanti. Un gesto non era solo un gesto, ma una promessa.
Ed io sognavo case nella prateria e bambine con le fossette sulle guance.
Capii molti anni dopo che A. aveva la stessa intenzione di fidanzarsi con me, che ha una matricola di sfidare sul ring Mike Tyson. Ma io c'ho creduto perdutamente. Per ben due anni.
A diciassette anni si ha una pazienza sorprendente, anche quando non si viene baciate.
A diciassette anni si ha la tenacia di pensare che sia amore, anche se non si viene toccate.


Poi arrivò P., l'ultimo della mia gioventù. Come l'ultimo uragano che distrugge una casetta fatta di assi di legno e di buoni intenzioni.
P. lo stronzo, P. la merda.
P. che mi fece decretare senza mezzo termini che era il caso di cambiare strategia.
E così via a notti folli, autostop, bottiglie di vino scolate in biblioteca, ed il cuore perennemente lasciato a casa.

Dopo P. ricordo amori volutamente sbagliati. Di quelli che sai che non c'è storia, di quelli con cui si sperimenta e basta, di quelli che usi per mettere la mani su un corpo maschile.
Sono state persone che hanno fatto parte della mia vita per un'ora o per anni, che sono inciampati nel mio groviglio di capelli, ed alcuni hanno deciso di fermarcisi.
Hanno immediatamente perso il candore di quell'attesa all'incrocio, sono stati accolti con meno entusiasmo, a nessuno è stato permesso di assentarsi per 12 giorni.
Hanno formato un minuscolo esercito di parole mai a caso, di frasi concrete, di richieste e di poco romanticismo, perché mai avrei permesso loro di sussurrare frasi dolciastre dopo una mera notte di piacere.
Ero diventata selettiva. Non con i miei amanti, ma con le parole che decidevamo di pronunciare.

A questo sono serviti i miei amori giovanili.
A pesare il peso delle richieste e delle parole.
A considerare il romanticismo per pochi.
A non concedersi emotivamente dopo il primo trillo del telefono.
Sto ancora imparando, sia chiaro.



mercoledì 22 ottobre 2014

La Posta della Stronza del Cuore

Ciao MaryG. 
grazie per quello che scrivi, mi piaci tantissimo. 
Vorrei che gentilmente prendessi in considerazione la mia questione del cuore. 
Scusa se rompo ma ho un problema che mi affligge. Ho 28 anni, sono di Pavia e da 6 mesi ho una relazione con M. che mi rende molto felice. Il problema è che M. ha 40 anni e una bimba di 6 che mi odia. 
Lui è separato da 4 anni, e sua figlia lo ama da impazzire(quale figlia femmina non adora il proprio papà?). Comunque. Ci siamo incontrate diverse volte, abbiamo fatto anche un weekend noi 3 insieme (finito prima per colpa dei capricci della bambina isterica). 
Io cerco di essere carina, di giocare con lei, ma lei è un demonio. Urla che con me non ci vuole stare, che mi odia....Non so come fare, amo M. voglio stare con lui, ma tra me e C.(la bimba) sceglierà C. 
Cosa mi consigli? 
Grazie e scusa dello sfogo. 
S.



Ciao S.!
Mumble mumble... situazione non propriamente semplice.
Il primo suggerimento che mi sento di darti? Organizza un altro week-end, proponi una gita in montagna, appena arrivate in cima, allontanati con la creatura e buttala giù da un dirupo!
Consapevole che l'eliminazione – in senso stretto – del problema potrebbe risultare relativamente distruttiva per la coppia la prima cosa (seria) che mi viene da chiederti è: ma sto M. in tutto questo? Che dice, che fa? E soprattutto, come ti ha introdotta alla Nana-Posseduta?
Comunque la patologia della Nana ha un nome e un cognome: GELOSIA-POSSESSIVA!
E' banalmente e semplicemente gelosa del suo papà! E forse è anche parzialmente comprensibile, ma siccome non siamo qui per fare dei facili e banali moralismi non saremo comprensivi nei confronti della Nana, vittima di una separazione alla tenera età di 2 anni (giusti? 6-4?)! Perchè nel 2014 sono più quelli che si lasciano di quelli che stanno insieme! Triste? Sì, ma è la vita! Quindi questo cercalo di trasferire, dolcemente, a M. che sono sicura sia vittima di perversi e inutili sensi di colpa!
Quindi, se di gelosia parliamo, una soluzione potrebbe essere, per ora, evitare le uscite a tre: a te snervano e deprimono, a lei fanno incazzare. Dove sta scritto che il tempo che trascorrete insieme voi due debba essere contaminato dalla presenza della figlia? Chi è che lo vuole? Nessuno mi pare di capire...
Altro suggerimento/tentativo, forse un po' meno saggio e democratico – ma secondo me efficace -: a voler fare la dolce carina amorevole e tenera con la Nana otterrai davvero poco. Dunque, next time, prova a non cagarla proprio. IGNORALA! Voglio proprio vedere....
FAMMI SAPERE!!!!!!!
Un abbraccio, La Stronza Perbene.

martedì 21 ottobre 2014

Quando l'amore non basta

Ci hanno raccontato che l'amore può tutto.
Ci hanno raccontato che se due persone vogliono davvero stare insieme, sono in grado di superare qualsiasi ostacolo.
Bene.
Lasciatemi dire che io non ci credo.
Che l'amore, a volte, da solo non basta.
Che sarebbe fantastico se l'amore potesse far quadrare i conti a fine mese.
Se l'amore riuscisse a smussare gli angoli vivi della gente.
Se l'amore potesse sconfiggere le barriere culturali.
Se l'amore fosse in grado di spingerci oltre i nostri limiti.


Forse era possibile, un tempo, quando la singolarità delle persone non era quasi sempre in primo piano rispetto ai bisogni degli altri.
Adesso è tutto molto più complicato.
Siamo abituati a combattere fin da piccoli per la nostra indipendenza, per un pezzetto di successo, per essere riconosciuti al lavoro, per un aumento, per differenziarci dalla massa, per combattere per un'idea, per formulare strategie, che non abbiamo capito che se fossimo stati insieme, se avessimo formato delle squadre omogenee con individui simili a noi, sarebbe stato tutto più facile.
Ma siamo cresciuti da soli. Indipendenti e forti. Piccoli guerrieri che ogni giorno partono per una nuova missione.
Come si fa a cambiare tutto ciò, magari a trent'anni, magari quando vivi da sola da un po' e sei abituata a pagarti le bollette al 100% e non 50% io e 50% te, quando hai digerito più delusioni che caramelle, quando hai impostato mille sveglie senza nessuno che ti dicesse Buongiorno.
Ti ritrovi a condividere di punto in bianco, l'esistenza con un'altra persona e a cercare di non crollare, di provare a cambiare le tue abitudini Porta tu la spazzatura, No stasera tocca a te, tentare di condividere gli spazi comuni, un cane, il cassetto dei calzini, il frigo, la passione, il sesso.

Poi una mattina ti svegli e tutto questo ti fa schifo.
Pensi a quando eri da sola, a quanto paradossalmente fosse più facile, te l'hanno insegnato da bambina che Tu puoi farcela senza un uomo vicino ed è tutto assolutamente giustissimo, sacrosanto, l'indipendenza andrebbe imparata all'asilo, se non fosse che si sono dimenticati di farci apprendere la difficoltà di vivere con qualcun altro. Si sono dimenticati di metterci, tra la merenda e la pallavolo, il chip della pazienza, della sopportazione, del lottare per qualcuno che non siamo noi.
L'apprenderanno da grandi, pensavano. Ma si sa che le lezioni imparate in trincea sono quelle più dolorose, quelle che causano più morti, bisogna andare in guerra con la giusta attrezzatura sennò è un suicidio. Di massa.
E allora si getta via.
Perché?
Perché devo essere felice. 
Perché è la mia vita.
Perché non voglio combattere, combatto tutti i giorni in ufficio, cazzo, almeno quando torno a casa voglio stare bene. 
Perché non ho più tempo per me, per le mie amiche, per la mia mamma, per il mio gatto.

E' tutto una concentrazione primaria verso i propri bisogni.
Facciamo e distruggiamo con la stessa facilità con cui compriamo un paio di leggins, dimenticandoci che stiamo distruggendo vite, rapporti, legami, cuori.

Sono un'egoista, io.
Sono la prima che ha sempre messo in primo posto se stessa, proprio perché ho seguito il Mantra de: E' la mia vita, la MIA felicità. Finora mi è andata piuttosto bene. Ho condiviso pezzi di percorso con persone generose che accettavano il mio desiderio totalitario di amore, chiedendo poco in cambio, ma intorno a me, mai come in questo periodo, vedo coppie che si distruggono a vicenda e nella maggior parte dei casi le motivazioni di un singolo sono ad un livello superiore rispetto a quelle del partner.
Che si sta insieme a fare se non si desidera costruire, ma imporre?
Come si fa a stare insieme senza il bisogno di imporre?
Dov'è finito il C'eravamo tanto amati?

Non lo so, ovviamente. Spero che lo sappiate voi, perché dalla mia posso solo dire che l'amore, a volte, non basta.
Che ci sono storie d'amore che terminano per un'insoddisfazione che ad un certo punto diventa oceano.
Che ci sono persone che sanno cosa servirebbe a migliorare la propria relazione e si voltano dall'altra parte.
L'amore non basta, no.
Basterebbe un po' di amore in più. Forse.



lunedì 20 ottobre 2014

La Posta della Stronza del Cuore

Ciao cara,
Prima di esporti il mio problema, vorrei premettere che ho 21 anni e che ho già avuto la sfiga di provare quell'amore vero, sognato, sudato che non fa dormire la notte, tanto agognato dalla cara Carrie. (Bradshaw, n.d.r).
E' arrivato all'incirca quattro anni fa e mi ha cambiato e ferito talmente tanto da sentire la necessità di gettare via le persone come fossero caramelle.
Il mio problema attuale è che all'inizio provo un'infatuazione tale da non riuscire a pensare ad altro e dopo pochi giorni mi scende subito, basta una parola detta male o un semplice gesto che non mi piace, parte il rifiuto più totale, come quando stai con una persona da tanti anni e sei talmente piena che anche l'odore del suo profumo ti fa salire la guerra dentro.
Ho conosciuto questo ragazzo, di 10 anni più grande all'inizio dell'estate, come mio solito sono partita con l'adulazione più totale, quando, inaspettatamente lui mi fa presente che "Non vuole relazioni", mi diceva che ero importante per lui, che non era solo sesso e che se avessi conosciuto qualcun altro ne sarebbe stato geloso ma avrebbe capito che era giusto in quanto non voleva nessun legame.
Ora.
Quando donavano la coerenza mi sa che lui era da tutt'altra parte, infatti nonostante continui tutt'ora a ribadire queste cose, si comporta nel modo opposto, cerca il contatto al di fuori del sesso (non è un tipo coccolone).
Si preoccupa se sto male, si ricorda quando devo fare qualcosa d'importante e mi riempie di domande,
scenate di gelosia ingiustificate e senza motivo, voglio improvvise di vedermi.
Insomma, mi considera una grande amica ma passerebbe pomeriggi interi a pomiciare e a parlare dei miei problemi.
Ora, le cose fra noi si sono decisamente capovolte, mi è scesa da tempo con lui, non ci conto nemmeno più, ma comunque continuo a frequentarlo perché gli voglio un gran bene.
Non so che fare, se lasciare le cose così, chiuderci, o nutrire ancora una speranza ?
Grazie in anticipo.
Tanto amore.
C

Cara C.,

che mondo incredibile il tuo, meraviglioso, seppur pieno di contraddizioni.
Facciamo un passo per volta. 
La tua insoddisfazione dei 21 anni non la vedo come qualcosa di grave. 
Non hai ancora ben chiaro chi sei, cosa vuoi e soprattutto chi vuoi vicino. Da qui, i tuoi cambiamenti umorali. Se avessi l'idea della persona che davvero desideri al tuo fianco, non frequenteresti tutti coloro che incontrano il tuo cammino, per poi stufartici subito.
I 20 anni sono fatti per sperimentare, i 30 per investire. 
E' giusto che alla tua giovanissima età (so che ti senti donna, ma credimi, hai tanto tempo davanti), tu cerchi di conoscere il maggior numero di persone, per farti un'idea di chi sia compatibile con te, o quali siano le caratteristiche maschili che magari sulla carta sono perfette, ma in realtà con te non c'entrano nulla. 
Quindi non ti preoccupare del tuo essere volubile. Passerà. E' una promessa.
Vorrei però farti ragionare su un altro aspetto. 
Pensiamo sempre a cosa vogliono gli uomini, senza mai interrogarci su cosa vogliamo noi.
Il ragazzo in questione non desidera una storia (all'apparenza), ma tu? La vuoi con lui? O il tuo desiderio nasce solo perché la sua confusione ti tiene sospesa in una sorta di dubbio/eccitazione?
Come sai, io sono favorevole al sesso occasionale se ti fa stare bene e ti rende felice, ma sono contraria alle storie d'amore occasionali, quelle in cui ci si promette qualcosa senza sapere se si è in grado di portare avanti tale promesse, quelle in cui si fa finta di impegnarsi per l'altra persona, quando in testa si ha altro. Sperimenta sì, ma senza costruire qualcosa, fino a che non ne sarai mentalmente e affettivamente pronta per un passo del genere. 
Lui non ti vuole? Ma tu lo vuoi? 
Perché trovo suicida a 20 anni come a 30 l'inseguire un uomo che non ci vuole. 
Ma soprattutto, ambisci ad uno che non se la sente (a 30 anni!) di prendersi delle responsabilità? E' facile dire: "Sono geloso che tu vada con altri". Diverso e meraviglioso è dire: "Stai con me e non andare con altri". 
Con che diritto ti fa delle scenate di gelosia, lui, che non ti vuole nella sua vita?
Il mio consiglio spassionato è che questo non abbia gran cazzi di impegnarsi. 
Se non ne hai voglia neanche tu lui è perfetto per una storia di sesso. 
Rischi? Nessuno. Tranne per il fatto che innamorarsi di uno con cui si va "solo" a letto è molto più facile di quanto si pensi. 
Per quanto riguarda la tua speranza che da una storia di una o più notti, nasca una relazione amorosa, posso solo dirti "Stai attenta". 
Perché non capita quasi mai. 
Puoi giocarti l'ultima carta possibile, ovvero sparire e vedere se lui viene preso dal panico.
Ma ribadisco, cara C., ne vale la pena, per uno così?
Baci,
MaryG. -la Stronza del Cuore-

Ps. Non sono i tanti anni di relazione a farti salire "la guerra dentro", come dici tu, ma la mancanza di amore. 

Quella uccide i rapporti nuovi e lunghi. 

venerdì 17 ottobre 2014

Se ci mettiamo d'accordo facciamo sesso

Quante volte ho sentito che gli uomini e le donne non parlano la stessa lingua?
Quante volte crediamo di essere stati compresi, quando invece nessuno aveva capito una minchia?
Troppo, troppissime.
Un insulto alla nostra intelligenza.
Considerato che maschi e femmine hanno frequentato le stesse scuole e sono tutti (salvo eccezioni), stati allevati da una mamma, perché ci sono queste difficoltà?

Da sempre esiste un misunderstanding fastidioso che colpisce tutti coloro che vorrebbero fare sesso, ma per i motivi più disparati, vengono contagiati dal morbo del Non si dice, maiale! per cui, quello che in realtà avrebbe potuto essere un invito lecito, diventa una partita a scacchi, piena di mosse e di trucchetti per mangiarsi la regina -o il cavallo- dell'avversario.
Scena tipica.
Un uomo, che chiameremo Ben, conosce una donna che gli piace. Lei ha le tette ed è pure simpatica! A lui chiaramente di trovare quella sera l'amore della sua vita gli interessa come partire con Greenpeace per salvare le balene (a proposito: salvate le balene, stronzi, che stanno scomparendo!). Invece vuole tantissimo che lei vada a casa sua, che si inginocchi sotto al tavolo della cucina, e che gli faccia una dignitosa fellatio, con il sorriso sulle labbra.
Il punto è che, se Ben andasse da lei e le dicesse che no, il giorno dopo se la dovesse incontrare per strada probabilmente non la riconoscerebbe, ma sì, stasera vorrebbe invitarla da lui per champagne e pompino, sa per certo che la suddetta donna chiamerebbe 4 amici grossissimi per riempirlo di pugni.
Perché?
Perché non si fa. 
Ben lo sa e si ingegna.
Decide che la cosa migliore sia offrirle da bere.

La ragazza, (che chiameremo Pam), accetta perché Ben è tutto sommato belloccio e poi Pam ha 10 euro in tasca e farsi offrire da bere è la sua prerogativa della serata.
Ben, che non sa bene come iniziare una conversazione, le chiede come impieghi le sue giornate e Pam, come tutte le donne che hanno degli interessi, inizia un monologo meraviglioso, intervallato da qualche E tu? Che ne pensi?
Ben ascolta? Probabilmente no, ma non è questo il punto.
Ben sta sognando ad occhi aperti il momento esatto in cui Pam la smetterà di parlare del suo pechinese e inizierà a slacciargli i pantaloni.
Ovviamente Pam invece, crede fortemente che lo sguardo interessato di Ben significhi che anche lui da piccolo abbia avuto un pechinese, probabilmente morto a causa di un pirata della strada che l'ha ammazzato sotto ai suoi occhi, -con derivato trauma emotivo inconscio-, motivo per cui Ben non parla molto, ma la guarda con gli occhi dolci.
Pam sa che è sulla strada giusta.
Ben la invita fuori a fumare una sigaretta, sapendo perfettamente che Pam è abbastanza a suo agio da accettare e, se continuerà a parlare, probabilmente poi gli farà pure un pompino per farsi perdonare di tutte le stronzate che gli ha rifilato.
Così Ben e Pam iniziano un dibattito dai toni pacati sulla politica, poi Pam gli chiede della sua famiglia e Ben risponde gentilmente, per non essere sgarbato.
Quando li raggiunge al bar l'amica di Pam, la nuova arrivata viene presentata e Ben ha un guizzo di speranza. Forse dovrebbe provarci con l'amica.
Poi rinsavisce capendo -Ben è un ragazzo intelligente- che se farà il filo all'altra, probabilmente le perderà entrambe. Con le amiche non si scherza.
Pam è ammirata dal fatto che Ben sia gentile con la sua amica ma non ci provi.
Questo significa che lui è veramente interessato a lei! Pam inizia a pensare a quell'incontro, riassumendolo nella sua testa. D'altra parte un giorno avranno dei figli che vorranno sapere come si sono conosciuti.
Il film di Pam è perfetto.

Ben invece è disperato. L'amica di Pam è molto sexy e parla poco. L'altra invece è un fiume in piena.
Decide di giocarsi l'ultima carta che gli possa assicurare un pompino come dio comanda e magari anche del buon sesso.
Corteggia Pam. Le fa dei complimenti, le compra una rosa dall'uomo dei fiori, le dice che vorrebbe rivederla.
Per Pam è come lo stendardo rosso davanti agli occhi del toro. E' il semaforo verde che sta aspettando da tutta la sera. Si sente vittoriosa.
Ben finalmente la invita a casa sua. Pam si dimostra sessualmente poco inibita e si concede completamente perché sa che Ben nutre dei sentimenti.
Ben il giorno dopo non le darà il bacio del risveglio e sarà piuttosto sfuggente; non le chiederà nemmeno se ha già dei programmi per quella sera.
Pam si sentirà umiliata, presa in giro, decreterà che gli uomini sono spazzatura e che lei la prossima volta non darà confidenza a nessuno.

Ora moltiplichiamo questi fattori. 
Quante Pam ci sono in giro, che sono diffidenti e distaccate, che preferiscono tirarsela che conoscere un tipo carino?
Quanti Ben ci sono in giro, che non riescono a fare sesso, che hanno capito che la tattica del corteggiamento al bar funziona poco perché sempre meno ragazze si concedono subito, ma fanno tribolare anche per dei mesi, prima di inginocchiarsi?

Secondo voi è un caso?
Perché invece non impariamo ad essere chiari?
A dire "Sei carina, mi piaci, vuoi passare la notte con me?", senza fiori, storie di vita passata, drink e tutto ciò che sulla carta vorrebbe dire Mi piaci davvero ed invece significa Mi piacciono le tue tette, voglio infilarci la testa nel mezzo?
Non è colpa solo degli uomini, sia chiaro.
Se una donna iniziasse a farsi i film mentali dopo 6 mesi di frequentazione e non dopo 5 minuti, si risparmierebbero dei drammi emotivi degli di un Kolossal di James Cameron.
Se noi donne non cercassimo il lieto fine ovunque, ma lasciassimo fare alla vita, che ne sa più di noi, ci risparmieremmo un sacco di delusioni e in cambio avremmo del fantastico sesso (non sempre, ma siamo di base ottimiste).
Se gli uomini la piantassero di fare quelli che ci tengono e chiamassero da subito le cose con il proprio nome: La storia solo di una notte:
1. Farebbero più sesso. Alle donne piacciono le cose chiare.
2. Eviterebbero degli smaronamenti di palle dovuti a dei chiarimenti che avrebbero potuto benissimo non esserci.
3. Non ci sarebbe il fenomeno delle donne deluse che fanno sapere alla popolazione femminile amica, che siete degli stronzi, rovinandovi la piazza per le conquiste future.
Entrambi i sessi vogliono LASTESSACOSA. Ma la chiedono con modi e tempistiche diverse (ne parleremo in un altro post, perché il discorso è complesso).

Giusto per dire che se ci mettiamo d'accordo, scopiamo tutti.

mercoledì 15 ottobre 2014

La posta della Stronza del Cuore

Ciao! 
Premetto che penso tu sia troppo una grande, aiutami  io sono una cazzo di sottona che con i ragazzi proprio non ci sa fare...in pratica da agosto, frequento questo ragazzo...È cominciato tutto come una botta e via, solo sesso, niente sentimenti, scazzi e drammi vari se nonché ultimamente il suo atteggiamento è cambiato è sempre tenero, mi abbraccia, mi da baci sulla fronte e tutte queste piccole cose che hanno fatto sì che iniziasse a piacermi seriamente....così gli ho parlato e gli ho detto "guarda io te lo dico, mi sto prendendo bene con te" è lui mi ha risposto "non.farti problemi a dirmi queste cose, davvero" io ero molto in imbarazzo e lui mi ha detto di stare tranquilla . Beh fatto sta che da due giorni non mi scrive, lui è uno molto timido, distratto e riservato...Non so se starci ancora dietro o no....consigli? Come faccio a dimenticarlo o a farlo prendere bene?
-M.-

Ciao M.,

grazie di avermi scritto. 
La prima cosa che mi colpisce della tua lettera è il passaggio:" Il suo atteggiamento è cambiato, [...] tutte queste piccole cose che hanno fatto sì che iniziasse a piacermi seriamente." 
Fondamentalmente se avesse continuato ad avere rapporti occasionali con te senza la parte tenera, tu manco l'avresti degnato di uno sguardo. 
Quindi. Dubbio numero 1. Ti piace lui, o ti piace il fatto di piacergli? 
Poi. 
Hai mai pensato che considerasse molto eccitante la caccia? Mi spiego meglio. Gli uomini amano cacciare più di ogni altra cosa (sì anche quelli timidi) e probabilmente lui si è trovato esattamente in questa situazione: veniva a letto con te, ma tu sentimentalmente non ti concedevi. Così il piccolo cacciatore ha cercato di sedurti con gesti romantici ( e qui sei stata molto fortunata, la maggior parte delle donne che fa sesso casuale viene trattata di merda dai propri "partner"). 
Poi ti sei esposta e il gioco per lui è finito.
Diciamo che "dichiararsi" nelle fasi di transizione, come quella che hai vissuto tu, non è mai una mossa saggia.
Comunque. La frittata è fatta. 
Cosa puoi fare adesso? Dipende. 
Se vuoi provare il tutto e per tutto, sparisci dalla sua vita. A costo di non vederlo mai più. (Vantaggio: dignità salva. Svantaggio: Lo confonderai. A volte è un bene, aizza il gioco, ma nella maggior parte dei casi il non farsi più vedere dà all'uomo la possibilità di uscire da una situazione scomoda senza troppi sensi di colpa. Quindi il rischio reale è che entrambi spariate).
Se invece sei più matura di me, puoi parlarci. (Vantaggio: situazione chiara, nessun rimpianto se va male. Svantaggio: puoi apparire una disperata che non si rassegna.) 
Dialogo o tirarsela? A te, l'ardua sentenza. 
Ti bacio, 
MaryG. -la Stronza del Cuore-.


lunedì 13 ottobre 2014

I falsi miti sessuali dei film

Se Walt Disney ha creato più disperate di una proposta di matrimonio mai arrivata, va detto che anche  i film in generale (specialmente quelli con scene sessuali esplicite), non hanno favorito la percezione della realtà. 
Verso i 14 anni ci siamo trovati a guardare con una certa curiosità le scene hot alla tv, con la mamma a fianco sul divano più imbarazza di noi, che non sapeva bene se pensare ad altro, fingere uno svenimento o obbligarci a tapparci gli occhi.
Qualche anno dopo ci siamo trovati ad essere i protagonisti di quei film con tanti sussurri e pochi vestiti addosso e ci è stato chiaro già dalla prima volta, che qualcosa doveva esserci sfuggita.
Pensando alle pellicole degli ultimi 20 anni accade più o meno questo: Lui e lei in un contesto a caso che si spogliano senza -o quasi- nessun imbarazzo, si accoppiano nei posti più disparati, 3 colpi, lei viene, finito.
Ora. A parte sui 3 colpi e poi il nulla, sul quale mi trovo abbastanza d'accordo, non credete, cari registi, che sia ora di finirla con questi falsi miti?
Analizziamoli.

Location per il sesso: State sereni. Anche io quando sono presa dalla passione mi metto a carponi sui ceci, a pecora su un formichiere, a testa in giù in una vasca di piranha, a missionario in un bel fienile, e fottecazzo se il fieno mi si incastra nelle natiche. Eccerto. Poi magari nella trama del film si scopre che i suddetti Atleti sono marito e moglie.
Allora. Ripetiamo tutti insieme: Nessuna coppia che ha superato la fase del riccio, farebbe all'amore in location bizzarre, per il mero gusto di sperimentare. Divano e letto. Al massimo tavolo da cucina e macchina. Ma proprio se non ce la si fa più. Tutto il resto è fantascienza.



PuntoG: Ultimamente lo stanno dicendo tutti. Il punto G non esiste. Se lo sono inventati come il Principe Azzurro. Ci hanno martellato le palle dicendo che alcune donne ce l'hanno, altre no. E tutte lì a cercarlo manco si trattasse di un tesoro che ci avrebbe reso miliardarie. Beh facciamocene una ragione. Se non veniamo, il Punto G non c'entra nulla, semplicemente il maschio con cui ci stiamo intrattenendo è un incapace.
Dobbiamo renderci conto che i tempi per un orgasmo femminile sono in media lunghi. Se vediamo un'attrice sul set che ci mette 5 secondi netti diciamoci: Sì, è appunto un'attrice.

Se non sono Giochi senza frontiere, niente.
Una volta ho fatto sesso per terra. Perché tutti i più grandi, da Brad, a George, a John, a Mel hanno fatto sesso per terra, in almeno due dei loro film.
Bene. La prima volta ero sul marmo. Sono durata 15 secondi netti, prima di avere un crampo al bacino, la schiena congelata e il collo bloccato.
Siccome sono testarda ci ho riprovato su un tappeto. Stavo sopra e le ginocchia e le dita dei piedi, per l'attrito si sono sbucciate. Avete idea del dolore di un pollicione sbucciato?
Poi contro il muro. Sono alta un metro e ottanta e peso come un toro da combattimento. Non è stato facile.
Fanculo, miti del cazzo.


Il sesso risolve tutto: Eccolalà.
Coppia in crisi, riscopre la passione, happy ending.
Stronzata. Se lui mi scopa con foga, non dimenticherò all'istante di tutte le volte in cui mi sono incazzata per i calzini in disordine o per le condizioni del bagno, simili a quelle che si possono riscontare dopo l'attacco di un cacciabombardiere. Vengo e ricomincio a incazzarmi. Così è.
Sono donna. Non dimenticherei di essere nervosa manco se mi regalassero un cucciolo di foca. Figuriamoci il solito pisello.
Quindi. Usiamo il sesso come il giusto time out a una discussione. Non come la pace definitiva.

Se si fa poco sesso, la coppia è in crisi.
In realtà tale affermazione, non è un cliché solo dei film. Ho sentito pronunciare questa aberrazione, da un sacco di coppie di amici.
Lasciatemi dire che per me è una stronzata.
Siamo l'unica cultura al mondo che dà una così grande importanza al sesso. Per molte altre la cosa primaria in una coppia è la stabilità, sono i figli, è quello che si è costruito. Noi invece usiamo il sesso come barometro della nostra felicità. E' follia. Rilassiamoci e pensiamo che non faremo sesso per sempre. Cerchiamo altro, oltre alla fisicità. Un giorno ci aggrapperemo a quel qualcosa che vada oltre a due corpi che si toccano.

Sono sempre tutti molto soddisfatti della prestazione sessuale del partner.
Vabbè. Qui posso anche non commentare. Presterei volentieri ai registi un paio di amanti che ho avuto "il piacere" di conoscere in gioventù. Che giudichino loro.


Le milf sono sempre fighe e disponibili.
Dimentichiamoci per un attimo quella tardona di Lory del Santo, che recentemente ha dichiarato che se un ragazzo ha più di 23 anni, lei lo scarta a priori, perché, buon'anima, è già troppo vecchio.
Più che ToyBoy, Lory vuole sono ToyEnfant.
Ma le altre?
Non ho grande esperienza di milf, ma i miei amici maschi mi dicono che quelle appetibili che si concedono per davvero, in realtà sarebbero pochissime. Numeri che variano dallo 0 allo 0,9. Quelle pazzesche, con glutei marmorei, il Suv e un make up sempre perfetto, giocano. Hanno bisogno di solleticare il proprio ego per tirare avanti.
Tutte le altre sono -pare- casi umani con un bagaglio misto di disperazione e sciattaggine immane. E' un attimo che la mamma di Stifler diventi Maga Magò.

Io sono arrivata al punto -tragico- di ridere meccanicamente davanti alle scene di sesso.
Come nelle migliori barzellette.





martedì 7 ottobre 2014

Confessioni di una non femminista

Recentemente è capitato che alcune persone che seguono questo blog, abbiano sottolineato quanto a parer loro io sia femminista.
Che nutro un'instancabile parzialità verso le donne.
Che le donzelle hanno sempre ragione, gli uomini meno.
Come se tracciassi un profilo femminile sempre immacolato.
In realtà, non è esattamente così.
Amo le donne, è vero.
Amo il loro spirito combattivo, la loro ironia, il loro modo di prendersi poco sul serio.
Le mie amicizie sono in maggioranza femminili, perché adoro il modo di ragionare delle donne, con annesse paranoie, sbalzi umorali, ormonali e amorosi.

Però non sono Per tutte le donne. 
Anzi.
Ce ne sono molte che mi fanno vergognare di essere nata con una vagina.

Quelle che lasciano perennemente la dignità a casa, ad esempio.
Quello che hanno fatto dell'umiliazione la loro priorità.
Quelle che pensano che esibire pezzi di carne sia più utile che mostrare pezzi di materia cerebrale.
Quelle che sono convinte che il proprio corpo -e non la propria istruzione o il proprio intelletto- le farà arrivare ovunque. Quelle che conoscono uomini che confermano perennemente questa teoria.

Ho letto di una donna inglese che vende test online di gravidanza positivi, per tutte coloro che vogliono incastrare un uomo ad una famiglia immaginaria.
Ho visto donne che scelgono il proprio partner in base al suo albero genealogico.
Mi hanno raccontato di terroriste psicologiche che tengono legati a sé uomini con minacce e ricatti affettivi, che usano i figli come metro del loro potere.
Ho ascoltato storie di donne che seducono ed abbandonano con la stessa facilità con cui si mettono il rimmel, solo per ego, per vanità, per ricevere l'immagine di un modello di finto distacco al quale spasmodicamente ambiscono. Che tanto agognano per una stupida idea che Indipendente faccia rima con Stronza.

Io non appartengo a questa categoria di femmine primitive.
Trovo ridicola la civetteria ostentata.
Trovo patetica la smania di essere desiderate a tutti i costi.
Trovo che 60 anni di lotte femministe avrebbero dovuto produrre donne indipendenti, sicure di se stesse, capaci di stare in una società dove non esistono più Generi sessuali maggiori, ma solo una grande parità, ma soprattutto grande possibilità di essere chi si vuole, senza badare alle sovrastrutture.
Trovo sconcertante che nel 2014 esista un modello femminile che voglia ancora le donne forzatamente a casa a badar ai figli, estromettendole magari da una carriera che desiderano con più impeto rispetto ad un allattamento.
Trovo incredibile che i modelli ci dicano cosa e chi dobbiamo essere, come se l'equazione donna=casa=figli ci fosse impiantata alla nascita insieme al nostro utero.
Trovo assurdo che se una trentenne dica che nella vita vuole solo fare la mamma, venga additata come una sfigata lebbrosa retrograda.
Trovo pazzesco che una donna guadagni meno di un uomo, a parità di mansioni.
Trovo che se un uomo desideri prendersi cura della casa e lasciare andare la sua donna in ufficio, sia un esempio per tutti e non un soggetto da schernire come lo scemo del villaggio.
Trovo che le quote rosa, non servano assolutamente a niente, se non ad accentuare una stonatura nel sistema; Sei donna, stai tranquilla, diamo anche a te una fetta di potere, non fare l'isterica. 
Io non voglio l'obbligo di un 50% delle donne in Parlamento, per forza. Me ne bastano un 10%, se quel 10% è formato da esseri pensanti che faranno del bene al mio paese e alla mia cultura.
Voglio donne che mi rappresentino che non si sentano minacciate dal modello-uomo, solo per il fatto di avere degli estrogeni in corpo.
Voglio essere circondata da donne sicure della propria femminilità, senza aver paura di interpretare ruoli storicamente maschili.
Voglio Donne che mi facciano essere orgogliosa di essere Donna, che mi facciano sognare che nella vita potrò essere chi vorrò, dove non ci sia nessuno che mi suggerisca dove dovrei essere oggi, ma soprattutto a quarant'anni.
Se questo significa essere femminista, allora sì, sono la più convinta delle femministe.