lunedì 22 dicembre 2014

Perché compatisco le amanti

Nella mia vita ho recitato qualsiasi tipo di ruolo.
Nel palco delle buone intenzioni, sono stata protagonista di storie d'amore meravigliose con uomini che mi erano completamente devoti, ma ho avuto anche relazioni marce e scontate, la mia dignità è stata presa e buttata nel cesso più volte, mi sono disperata, ho giocato alla casalinga senza arte e sono stata l'altra donna.
L'altra donna, la puttana, la rovina famiglie, quella nel buio, quella messa in disparte durante le feste, quella da incontrare nei motel e nei ristoranti di periferia.
Le mie storie passate sono state sporcate e ripulite da tradimenti di esseri indegni, che preferivano una scopata di una notte con la prima ninfetta disponibile, che costruire un futuro con me. 
E' successo diverse volte, e per ognuna c'è stato un lutto da metabolizzare, la perdita di autostima, Che schifo l'amore, non ne voglio più sapere.
Da tre anni convivo con un uomo meraviglioso.
Questo per dire che ho varcato la barricata e mi sono spostata dall'una, all'altra trincea.
Però nonostante la mia imperfetta vita sentimentale, non ho mai capito l'accanimento verso le amanti.




Quelle single o impegnate, che decidevano di farsi un giro in giostra con il mio uomo, colui che ventiquattro ore prima aveva giurato di desiderare solo me.
Quello con cui pensavo di mettere al mondo tanti bambini biondi e di passare i successivi cinquanta Natali davanti ad un albero stracolmo di lucine colorate.
Lei, la strega che infangava la purezza della mia storia per del sesso - a mio avviso - troppo modesto, quella che si metteva in mezzo ad una favola, quella cagna che per spirito solidale femminile avrebbe dovuto dimostrare un po' di comprensione, farsi da parte, Un po' di amor proprio, un po' di rispetto verso una relazione felice.
Ed invece no, come un piccolo ragno tessitore, aveva creato la sua ragnatela intorno ai miei sogni, per poi distruggerli. Che stronza.

Devo dire però, che a parte quell'attimo di nervoso iniziale in cui avrei preso la puttana per i capezzoli per immergerla in una vasca di scorpioni velenosissimi, nell'equazione delle mie storie fallite, l'amante non l'ho mai considerata più di tanto.
Sono sempre partita dal presupposto che non esista essere umano così meraviglioso, da potersi inserire in una coppia felice. 
Nel momento in cui c'è una feritoia nel muro, la luce entra. Non ci sono cazzi.
Con commozione immensa recentemente ho letto quello che Paul Newman disse a proposito del suo matrimonio (che durò 50 anni, fino alla morte dell'attore) e delle tentazioni di Hollywood: "Perché dovrei volere un hamburger, quando ho un filetto a casa?" 



E non solo.
A me le amanti hanno sempre fatto un'infinita compassione.
Si trovano ad essere desiderate perché posseggono quel qualcosa che le fidanzate non hanno. Piccolezze, s'intende. Un po' di dolcezza, un po' di leggerezza, un po' di inconsapevolezza, sempre voglia di fare sesso, mai una rottura di palle.
Però raramente vengono scelte, proprio perché tranne le piccolezze, non hanno nulla di eccezionale.
E se, sporadicamente, si ritrovano ad essere loro, le ufficiali, si rendono conto di aver ereditato un pacco pesantissimo.
Perché fare l'amante è facile.
Si prende il bello di una persona e si lascia che la fidanzata si sorbisca i macigni. I colleghi, il lavoro, la famiglia, il mutuo. Ma la quotidianità non sono i weekend lontani, né il rotolarsi per una notte intera tra le lenzuola di lino.
Le amanti sono quelle a cui è destinata l'infelicità.
Pazienti e remissive per non disturbare l'equilibrio fragile del fedifrago, si trovano ad un certo punto o a non essere scelte, o a rendersi conto che quello che apriva loro la portiera della macchina, non è sempre così meraviglioso. Hanno la consapevolezza bastarda, che se il loro uomo ha tradito la ex, probabilmente lo stesso destino capiterà a loro.
Quindi;
- Precarietà
- Nessuna sicurezza
- La certezza che alla sera l'amato tornerà da un'altra persona
- Il dubbio di essere relegata per tutta la vita al ruolo marginale di concubina, trovandosi poi a quarant'anni senza aver costruito nulla, aspettando ancora un individuo che continua a non voler scegliere
- La certezza che prima che lui lasci la compagna, passerà tantissimo tempo
- La possibilità di essere tradita a propria volta
- Socialmente considerata una sporca meretrice, nonché donna indegna
Una vita d'inferno, povera donna.

E lui invece? Il porco, il traditore?
Ho visto donne, che volevano la testa dell'amante su un piatto d'argento, additandola pubblicamente, per poi riprendersi in casa il fidanzato appena 48 ore dopo aver scoperto il fattaccio.
Ecco, qui amiche, non ci siamo.
Cosa vi interessa se una donna ci prova con il vostro uomo?
Non dovrebbe essere lui a portarvi rispetto? Non dovrebbe essere lui che tiene le altre a distanza perché crede fortemente nel vostro progetto di vita in comune?
Non dovrebbe essere lui a dire No, grazie? Che c'entra lei?
Nel momento in cui non è una vostra amica, avrà pur il sacrosanto diritto di fare avances a chi vuole? Sarà lui a dover tutelare la sua relazione, mica lei.
Solo per dirvi, che è facile mettere una taglia sull'amante e poi far finta di niente con il fidanzato.
Volete qualcuno da sacrificare agli dei? Guardatelo, mangia alla vostra stessa tavola.
Ha preferito una scappatella alla vostra storia.
Prendetegli lo scalpo e andate a bervi un the con la sgualdrina, che probabilmente vi ha fatto anche un piacere, aprendovi gli cocchi sulla mediocrità accanto a cui dormivate ogni sera.

E poi parliamoci chiaro.
Se so che il mio uomo è stato con un'altra, quest'altra può anche tenerselo.
Poi andrò al canile, adotterò un cane e gli insegnerò ad avere il controllo del proprio pisello.



mercoledì 17 dicembre 2014

Quando SEXY non fa rima con TAGLIA

La prima volta che mi spogliai davanti ad un uomo, ero completamente ubriaca.
Avevo in corpo circa dieci shottini di tequila, cosa che mi diede una certa disinibizione.
Ricordo che lo stronzo manco aveva spento le luci e nella stanza eravamo in tre. Io, lui e la mia ritenzione idrica. 
Ricordo anche, che un po' per i fluidi alcolici nel sangue, un po' perché il mio mantra è sempre stato Fottecazzo, mi tolsi il mio intimo di H&M da 19.90 euro, con una serenità da santone indiano.
Risi un sacco quando i jeans si bloccarono sui fianchi. Anche quando mi mise una mano sui miei botticelliani cuscinetti. Che poi dico botticelliani perché SeiLargaComeUnTavolino, non sta bene.
La prima volta andò così.
Benedetta fu, la tequila.
Considerato che lui si mostrò molto contento e molto prodigo alle lusinghe, capii all'istante che esisteva, da sempre, una pesantezza sull'argomento sesso, veramente fastidiosa.

Negli anni ho conosciuto donne bellissime, piene di fisime quando arrivava l'ora di spogliarsi. Ed ho conosciuto uomini che lamentavano il problema dell'andare a letto con donne troppo paranoiche.
No non mi giro, che si vedono tutti i Big Tasty che ho mangiato il mese scorso.
Non indosso il tanga che c'ho il culone.
Le autoreggenti, manco per sogno, che l'effetto salame è assicurato.
I bustini? Cosa sono i bustini?
Se rido durante il sesso penserà che io sia posseduta.
Se mi alzo nuda, senza un pigiama, un piumone e un asciugamano da barca intorno alla patonza, vedrà le mie cicce ballonzolare.

Ora, amiche, lasciatemi dire una cosa.

IO PORTO UNA 48 OTTIMISTA.
E il fatto che sia alta 1 metro e 82 non mi salva dal girone infernale di quelle che ogni volta che si mettono a dieta salutano i grassi saturi come se salutassero il fidanzato che sta per partire per l'Afghanistan.
Le minigonne le ho abbandonate in terza media e l'ombelico fuori, solo in spiaggia con un minimo di 54 gradi.
Detto ciò.
Se un uomo viene a letto con me, sa che non si sta per scopare Kate Moss. Sono stata anche con dei Neanderthal, ma mi pare che siano arrivati al concetto anche loro.
Mi spiegate che tipo di problemi vi fate?
Mi spiegate perché pensate di non essere sexy?
Mi spiegate cosa caspita è sta ossessione per i chili di troppo?
Mi spiegate perché un uomo che decide di fare sesso con voi dovrebbe trovarvi poco attraenti?



Donne vi prego, divertitevi. Divertiamoci. 
Trattiamo il nostro corpo come qualcosa di fantastico che tra vent'anni, potrebbe non esserlo più.
Facciamoci toccare, annusare, gustare, assaporare da questi uomini che in quel preciso momento vogliono solo noi, fregandocene se non siamo perfette, perché se loro avessero voluto la perfezione, adesso non starebbero spogliando noi, ma la vicina di casa strappona che si nutre unicamente di the verde dal 1999.
Pensiamo al bello del sesso, alla magia del momento, alla passione.

Pensiamo a mani che toccano fianchi morbidi. A quanta soddisfazione ci possa essere nell'abbracciare qualcuno che non si ha paura di spezzare.
Avete incontrato un demente a cui non piacete? E da quando è un problema vostro?
E questo non ha nulla a che vedere con la taglia che indossate. La sensualità non è una questione di centimetri, ma di atteggiamento. Ho visto donne banali trasformarsi in femme fatale solo con un'occhiata, e sosie di Brigitte Bardot insicure, nascoste in angoli bui di discoteche, a controllare ogni 5 minuti lo stato del proprio rossetto.

La sensualità non è un vestito troppo scollato, è una risata che sala dal petto, inaspettata e piena.
Divertitevi. Divertiamoci. 
Con noi stesse, con il nostro corpo, con la nostra sessualità, che a 60 anni penseremo a tutte le mani che non ci hanno toccato, quando le nostre tette stavano ancora dignitosamente su.
Siate sicure di voi stesse, non per la taglia che indossate, ma per le vostre idee, per i libri che leggete, per le persone che ogni giorno decidete di essere, per tutte le volte che dite No, ad un uomo che si è permesso di trattarvi di merda.
Ve lo dice una che è assolutamente convinta di essere sexy. E nessun numero sulla bilancia, mi convincerà mai del contrario.
Che non significa incentivare dei comportamenti alimentari dannosi, o dire curvy è figo, normopeso è morte brutta.
No. Io cerco di promuovere il concetto dell'accettazione del proprio corpo, alto, basso, muscoloso o molliccio, sodo o prosperoso, che non riguarda se per cena avete mangiato un bisonte o un'insalata.
Impariamo a continuare a volerci bene anche se i pantaloni non si chiudono più. Impariamo a ridere del nostro fisico, dei suoi cuscinetti bastardi, della cellulite e dei mille difetti che non ci sono, ma che vediamo sempre, come nemici che non se ne vanno mai.
Amiamoci perché siamo fottutamente belle.

"Il sex-appeal è al cinquanta per cento quello che hai e al cinquanta per cento quello che gli altri pensano che tu abbia. "
- Sophia Loren -



giovedì 11 dicembre 2014

La Posta della Stronza del Cuore

Ciao MaryG.,
fino ad oggi non conoscevo il tuo blog, non sapevo della tua esistenza. Da questa mattina, invece, ho divorato ogni tuo post, condiviso ogni tuo pensiero, ho riso leggendo situazioni troppo vicine alla mia realtà. 
E ho deciso di scriverti non so nemmeno io perché, forse per avere una tua opinione "esterna" fuori da ogni logica amica. Stamattina cercavo qualcuno che, come te, avesse scritto qualche riga sulla trombamicizia perché sono un po' in confusione. 
Faccio delle premesse: ho 19 anni, un ragazzo che credo di non amare ma a cui voglio bene. Ho una relazione con lui da circa due anni e sto meditando un modo per lasciarlo senza che si faccia troppo male, magari dopo le feste. Il punto é uno: non mi piace il nostro modo di stare insieme, anzi, magari quello che dico é cattivo, ma non mi piace il suo modo di scopare. Non ho mai avuto un orgasmo, raggiunto il piacere. 
So di non poter essere io, purtroppo, il problema, perché quando prendo in mano la situazione riesco a farci qualcosa, o anche da sola, riesco a raggiungere il 'posto magico'. 
Ecco, lui non sa farlo e anche a parlargli, la situazione non migliora. Insomma io non trovo neanche un motivo per rimanerci insieme, e sto aspettando solo il momento giusto. Contemporaneamente a questa situazione, da circa tre mesi sono costantemente in contatto con un ragazzo più grande, conosciuto molti anni fa e con cui ho ripreso i contatti. Quando ci siamo conosciuti la prima volta io ero una bambina e lui era un conoscente di alcune mie amiche piu grandi. Tempo fa mi ha scritto per aggiornarci sulle nostre vite, ma poi siamo andati avanti, ora parliamo tutti i giorni e l'argomento é soprattutto il sesso (esperienze passate, cose che ci piacciono, cose che odiamo,...). Lui é fidanzato. 
Parliamo di vederci, che se io volessi, potremmo anche fare del sesso e io so, avverto a pelle, che potrebbe essere meraviglioso. Ieri sera ci siamo masturbati insieme. E stamattina c'è stato un po' di imbarazzo a riprendere un dialogo. Io so che se volessi e se lasciassi il mio ragazzo, lui potrebbe essere un mio perfetto trombamico, ma sono scettica perché delle volte mi dice che mi vuole bene, che se m'avesse conosciuto prima avremmo fatto follie, a volte discutiamo anche. Non so come comportarmi con lui, come gestire la situazione. So che per me non sarebbe il ragazzo giusto, oppure si, proprio perche siamo molto diversi. Aiuto. Spero in una tua opinione e scusa la noia..
Ti abbraccio,
P.

Ciao P., 
mi fa piacere che quello che scrivo, ti piaccia.
La tua situazione è molto comune e credimi, non riguarda solo le ragazze molto giovani. 
Detto questo.
Pensi davvero che ci sia un momento giusto per lasciarsi? Che dopo le feste faccia meno male? 
Sei consapevole che una storia dove non ci sia un appagamento sessuale, purtroppo è destinata a finire, specie a 19 anni, quando si ha bisogno di scoprire e di scoprirsi. 
A volte però, non esistono "colpe", solo gusti diversi e per quanto ci si voglia bene, bisogna arrendersi alla consapevolezza che tra due persone possa non esistere alcun tipo di affinità intima. 
Smetto di fare la mamma sessuologa e ti parlo da amica. 
Cosa ti ferma dal non incontrare il ragazzo più grande?
Vacci, divertiti, sperimenta, goditela, proteggiti e vai in pace.
Dal mio modesto punto di vista, il fatto che sia fidanzato è un dettaglio. 
Mi spiego meglio, prima di attirare le ire dei talebani conservatori. 
La sua ragazza non è una tua amica, giusto? Quindi se lui non la rispetta, andando con un'altra persona, non vedo perché dovresti farti mezzo scrupolo tu. Ho sempre detestato chi se la prende con l'amante. 

Per la faccenda del Trombamico è cosa un po' più complessa. 
Dicasi Trombamico, uno con cui ci fai sesso senza alcun coinvolgimento emotivo. 
E credimi sulla parola, che lasciare i sentimenti fuori dalla porta, con uno che ti sta tenendo fra le braccia, non è cosa facilissima, per nessuna. 
Ricevo moltissime lettere di ragazze che stanno affrontando una pseudo relazione con un tizio impegnato, che hanno cominciato tutto per gioco e ora sono presissime e pur riconoscendo che lui non lascerà mai la fidanzata ufficiale,  non riescono a staccarsi per il troppo coinvolgimento, per le mille promesse che ricevono, per la speranza - che quando ci si mette è la peggiore delle stronze-  e allo stesso tempo sono lacerate dal sapersi "la seconda scelta". 
E' dura, durissima. 
Quindi. 
Trova mille motivi per cui il tipo non ti potrà mai piacere sul serio (inizierei con il fatto che non è disponibile), ci andrei a letto, racconterei il tutto alle amiche, sparirei e mi cercherei un bravo ragazzo che scelga me dal principio e che magari a letto mi faccia pure contenta.
Tienimi aggiornata, baby! 
MaryG. -La Stronza del Cuore-










martedì 9 dicembre 2014

La furia dei trent'anni

Ho aspettato dieci lunghi anni.
Ho aspettato così tanto che ho imparato la pazienza e la perseveranza, aggettivi che a vent'anni mi sembravano più gusti del gelato, che caratteristiche possibili per una mente post adolescente come la mia.
Avevo diciannove anni, in un momento storico in cui tutti potevano essere effettivamente chi volevano e non La veterinaria no, perché a Padova ci sono più veterinari che cani, L'architetto no, perché c'è la crisi, La maestra no, perché i bambini sono diventati concentrati orribili di maleducazione, L'astronauta no, perché ce n'è già una, arrivi tardi bellezza. 
A diciannove anni avevo effettivamente il mondo in mano.
Ero solamente una tela bianca, con qualche sparata di fucsia e viola che non passano mai di moda.
Il fucsia erano i sogni, il viola gli amori irrealizzati, perché io, a diciannove anni, già vantavo un curriculum poco inviabile in Sfiga in amore, venga signora, venga.
Ed invece volevo crescere.


Per capire chi fossi davvero perché tutti mi dicevano che la vera consapevolezza di sé arriva dopo i venticinque anni, che la saggezza a diciannove anni mica la si può vincere insieme alla patente, che gli uomini sono un mondo a parte che si è in grado di decifrare dopo anni e anni di frequentazioni masochistiche.
Insomma, io volevo crescere un casino.
Volevo sbagliare e pagare, perché il concetto del Chi rompe paga e poi sono cazzi suoi, mi è sempre piaciuto tantissimo. Senza avere nessuna idea di che tipo di conto mi avrebbe presentato la vita.
Volevo innamorarmi e mettere su una casetta con grandi specchi e un bel giardino. Non avendo ben chiaro dove e con chi, iniziare questo idillio alla Biancaneve, senza nani.
Volevo costruirmi una carriera, senza nessuna propensione allo studio e con poche passioni e nessun talento.
Perché c'è chi nasce anche così.
Con tanti desideri finiti, ma nessuna idea di come realizzarli.
Sono coloro che sanno bene dove vogliono arrivare, in che villaggio terminare il viaggio, è il tragitto che li frega.
Ecco, per me era così.
Un foglio bianco, con scritto, alla fine, a caratteri cubitale HAPPY ENDING, senza una trama però, solo quell'happy ending che sapeva di bellezza e di fine e di felicità, ma manco un disegno, un progetto, una frase di senso compiuto, nulla.


A vent'anni non era più bello. Per me è bellissimo anche ora.
Ho vissuto storie assurde, ho del materiale psico-amoroso-sessuale con cui scrivere almeno un paio di libri. Ho viaggiato tantissimo e posso dire di essere la persona che avrei tanto voluto essere quando pensavo ancora che la fellatio fosse una teoria filosofica.
Bella vita, Grazie vita.
A vent'anni però, era solo molto più facile.
Quando potevi fare tutto quello che volevi, al massimo giustificavi le minchiate con un Sono giovane, imparerò, sceglievi un paese in cui vivere e andare, partire, mille università pronte per te, pubbliche, private, se eri cazzuta c'erano le borse di studio, altrimenti pagavi e stavi anche zitta, somara.
I vent'anni e il nostro essere possibilisti. 
Sui gusti dei vestiti, sulla musica da ascoltare, sul ragazzo da limonare.
Ora è più complicato.
La società si aspetta una coerenza, perché abbiamo trent'anni, il tempo per sperimentare è finito. Ora dovremmo investire.
Su noi stessi, su un progetto, su un lavoro, su un figlio, su un compagno.
Volevi un uomo al tuo fianco bello come Brad, fisicato come Daniel e affascinante come Leo? Beh, non lo sai gestire uno così, beccati il dirimpettaio senza capelli.
Adesso lo sai, sorella, basta illusioni. 



Ora se cambiamo idea, se capiamo di aver sbagliato, se abbiamo intrapreso una strada che non era proprio quella giusta - Ma pensavo fosse la mia! - rischiamo tantissimo.
Oggi, in una società in cui a trent'anni sei troppo vecchia per fare la stagista, ma non hai ancora competenze per essere una manager, -Cazzo, mi sono laureata da poco, ho fatto 6 stage non pagati, datemi tempo -, ma non ce l'hai tempo, babe. 
Non ce l'hai perche a trent'anni ti vogliono fuori di casa, e fotte se guadagni 700 euro e lavori come cameriera il weekend. Non ce l'hai perché a trent'anni sarebbe bello fare un figlio, Ma del contratto decente se ne parla l'anno prossimo ok? Ah, per l'anno prossimo intendono il 2016.
Non ce l'hai perche se decidi che sei fighissima e ti apri la partita IVA Così posso avere un sacco di clienti, poi il primo che ti offre un lavoro e uno stipendio da denuncia, ti informa anche che, nonostante la tua indipendenza sulla carta, di fatto sei legata a quella cazzo di sedia, e se ti va bene, bene, altrimenti fuori c'è la fila.
Non ce l'hai perché assumeranno un inglese/tedesco/americano laureato a 23 anni, che parla 3 lingue e va da sé, che ti farà un culo così.
Non hai un cazzo di tempo, a trent'anni, per cambiare idea.

Preghiamo solo che le strade che abbiamo scelto siano quelle giuste, perché all'improvviso, a trent'anni, in Italia, quel chioschetto di Hot Dog sulla spiaggia di Copacabana, non sembra più un'idea da sfigati bamboccioni, un pelo choosy.

Preghiamo che ci vada bene, visto che ormai i tempi per sperimentare sono belli e finiti. Ci rimangono solo tante storie da raccontare.



lunedì 1 dicembre 2014

A cosa NON rinunciare (per un uomo)

Che fine fanno le donne intelligenti, indipendenti, sicure di se stesse, che all'improvviso abbandonano la propria vita in favore di succulenti prelibatezze da infornare, casa da rassettare o visite dall'estetista neanche fosse la migliore amica?
Semplice.
Si fidanzano. 


Ultimamente sto conoscendo molte donne che, dopo un invito a cena, un amplesso più godereccio della media, o un cambio di situazione sentimentale su Facebook, abbandonano precocemente la propria esistenza a favore di un maschio conosciuto da poco. 
T. aveva una vita. Il pilates. Le amiche. Un bastardino da accudire.
T. aveva come idea di massima cucina,  gli gnocchi alla sorrentina di Quattro Salti in Padella. 
Ora T. aspetta davanti ad un telefono che il nuovo Lui la chiami per invitarla a cena, ha abbandonato la palestra per seratine casa-divano-fiumidiamore ed è già tanto che si ricordi di portare fuori il cane, abitudine sostituita dalla preparazione di elaborati manicaretti che T. ha cominciato a preparare, con la complicità del libro di Benedetta Parodi. 
T. non sapeva neanche di avere un forno. Ora T. conosce esattamente quanto tempo ci impiega la pasta sfoglia dal passare da croccante, a cartongesso. 
T. si è rincoglionita. 
Ma se fosse solo questo, pazienza. Sta vivendo i sintomi dell'innamoramento, che producono effetti meravigliosi sulla psiche femminile. Niente di male, ci mancherebbe. Anzi, da amica non posso che starnazzare tutta la mia felicità. 
Il punto è un altro.
T. ha abbandonato la sua vita per entrare in quella di un uomo che conosce appena. 
Se si sposeranno, avranno tanti bambini e una vita felice, T. sarà sempre consapevole che una volta era un'altra persona. T. dirà a se stessa che prima era infelice, che i cocktail con le amiche erano roba da Bridget Jones e che lei ora è contenta di fare la mamma, la moglie, la partner perfetta e pace all'anima sua.
Ma se con il nuovo amore, non dovesse funzionare, T. ad un certo momento, si renderà conto di aver perso tutto.  Tutta la sua vita. 


Guardando lo specifico caso di T., mi sono resa conto che il mondo è pieno di donne simili. 
Donne interessanti che non vedono l'ora di trovare un uomo, e quando ce l'hanno, gli mettono in mano la loro esistenza. 
Lasciatemi dire che dal mio punto di vista è una follia. 
Se abbiamo trascorso una quotidianità fatta di noia e privazioni, allora è sacrosanto volerla cambiare. Con la complicità di un uomo, o senza. 
Ma se la nostra vita ci piaceva e l'unico fattore negativo (che vivevamo come tale), era la mancanza dell'amore, allora stravolgerla completamente quando ci si fidanza, è un suicidio.
Ho provato ad elencare a cosa non bisognerebbe mai rinunciare in favore di un nuovo fidanzato. 
1. Le amiche. 
Le amiche c'erano prima, ci saranno durante la nostra relazione, e non se ne andranno dopo. 
Quando saremo così tristi da non riuscire neanche ad alzarci dal divano per andare a comprarci la cioccolata, loro guideranno fino al supermercato più fornito.
Sono quelle che ci metteranno in guardia se annuseranno che il tipo con cui stiamo uscendo è uno stronzo e sono quelle che ci asciugheranno le lacrime quando lo stronzo ci mollerà.
Sono anche quelle che piangeranno di gioia con noi, al nostro matrimonio e quelle che terranno in braccio i nostri bambini. Allontanarle per un pisello è un errore madornale.


2. Gli hobbies.
Non importa che siamo fanatiche del nuoto sincronizzato o della caccia al tesoro. 
Sono delle attività che ci hanno tenute impegnate, che abbiamo amato e che ci hanno rilassato quando il capo urlava in ufficio. 
Saranno utilissime anche quando litigheremo con il nostro uomo, o quando torneremo single. 
Perché abbandonarle? 

3. La dedizione al lavoro.
In un periodo di crisi come questo, sembra insensato, eppure succede. 
Donne che avevano una passione disarmante verso il proprio impiego, all'improvviso diventano apatiche. Il motivo? Stanno a pensare tutto il tempo a quel tipo carino che le ha invitate ad uscire. 
Non importa che siano stagiste o manager d'azienda. I loro pensieri sono concentrati verso un culo sodo. Ne vale la pena? No, ovviamente. Perché qui non si parla di una pausa sigaretta in cui si racconta alle colleghe di quanto sia sexy quel tale. Si parla di mettere in discussione una carriera (o potenziale) per un pisello che magari il mese prossimo non vorremo più. Donne!!!

4. Le abitudini.
Ogni lunedì andiamo a fare la spesa, ogni mercoledì abbiamo zumba ed ogni venerdì vediamo la mamma? E perché cambiare tutto questo, se ci abbiamo messo anni a incastrare ogni attività come un puzzle perfetto?
Quando ci fidanziamo, dobbiamo pensare che sia effettivamente utile fare un posticino nella nostra vita al nuovo maschio. Non stravolgerla e catapultarci nella sua.


Siccome avevo bisogno di un consiglio maschile, ho chiesto a dei conoscenti eterosessuali cosa ne pensassero dell'argomento. Ho preso appunti, giuro.
Beh amiche, è venuto fuori che:
a) Se loro conoscono una donna che ha degli interessi e a loro questa donna piace, trovano fastidioso che di punto in bianco lei smetta di fare quello che abitualmente faceva. 
b) Reputano un: Stasera non posso vederti, ho da fare, molto più intrigante di una che salga su un taxi appena il suo telefono inizi a squillare. 
c) Pensano sia odiosa la dedizione totale femminile all'inizio di una relazione, perché dà l'impressione di disperazione. 
d) Non riescono a comprendere come l'abbandono della propria esistenza in loro favore, possa essere ammirevole in una storia d'amore. Contrariamente sostengono TUTTI che il troppo impegno spinga un uomo a spaventarsi e a correre verso una ragazza meno emotivamente disponibile. 
(e noi non vogliamo spaventare questi cuccioli indifesi, giusto?)

Ecco. Solo per dire che un conto è trovare un fidanzato, innamorarsi, essere felici, un conto è infilarsi nell'armadio di Narnia per cambiare radicalmente la propria esistenza. 
Non solo non va bene per voi, ma manco piace ai maschi. 
Continuate a cucinare gli gnocchi alla sorrentina, così saranno incentivati a portarvi fuori a cena. E a pagare.