martedì 29 luglio 2014

Eravamo 4 peli al bar

Eravamo 4 peli al bar.
Uno fu distrutto dalla ceretta fredda, un male pazzesco.
Poi calda. Un male porco.
Uno fu prelevato da uno strumento di tortura rotante rumorosissimo. Stai tranquilla, le dissero, quello di nuova generazione non è così doloroso.
Uno fu strappato da una pinzetta che insieme al pelo portò via 2 centimetri quadrati di pelle.
L'ultimo fu bruciato con una crema per pelli sensibili che provocò un'ustione di secondo grado.

Erano gli anni 1990-2013 e i peli erano considerati la cosa più antiestetica del mondo, secondi solo al reggiseno senza imbottitura color carne, quello per capirci con l'elastico delle spalline cadenti.
Io ero una di quelle che girava con il rasoio in macchina, perché vai te a sapere cosa può succedere all'improvviso. Mica mi faccio cogliere impreparata.
Siamo state bombardate fin da bambine.
Pelo = Caduta imminente del pisello.



















Eppure.
Eppure è nato un blog: Hairy Legs Club (http://hairylegsclub.tumblr.com), una sorta di confraternita virtuale dove si riuniscono le donne barbute, a quanto pare sempre -o oltimamente- piaciute.
No, non sono fuggite dal Circo.
Hanno semplicemente detto NO alla ceretta e fottecazzo del colesterolo.
I giornali si sono scatenati: La rivoluzione della donna moderna, hanno scritto, seguito da commenti poco carini su questi prototipi di donne a metà strada tra Madonna e una scimmia.

A questo punto mi è venuta una voglia irrefrenabile di dire la mia.
Cari amici giornalisti,
Partiamo da un concetto fondamentale.
La Rivoluzione io vorrei farla con leggi e proposte che non contemplino i peli superflui. Mi piacerebbero dei dibattiti costruttivi sui pari diritti per i gay, per i genitori single, per le coppie di fatto -che qua bisogna sposarci per avere un minchia di diritto di base, che mi pare inaccettabile- sulla scuola, sulla tutela per gli animali. Insomma. Su cose che portino un beneficio al nostre ex bel paese.
La rivoluzione basata sul glabra o non glabra, mi fa sorridere.
Dove sono finiti i magnifici slogan de Il corpo è mio e faccio quello che mi pare?
Se decido che me ne sbatto e mi trasformo nella sorella figa di Yoghi, dove sta il problema?
E' antiestetico? Chissenefrega.
La moda non lo prevede? Anche le ragazze di 90 chili dovevano stare giù dalle passerelle di Milano, pena un attacco di convulsioni di Stefano Gabbana, ed ora invece sfilano con questi fianchi da 116 centimetri che sono una meraviglia.
Poi diciamocelo.
Dobbiamo compensare.
Perché se negli ultimi mesi le donne sono meno attente alle proprie ascelle, va anche detto che sono anni che gli uomini sono diventati accortissimi coi i loro pubi.
Dal mio punto di vista ci sono poche cose meno eterosessuali di una coscia maschile liscia come la seta. Tocco i pettorali di un uomo e penso Ho più peli io. 
E questo noi donne dobbiamo sopportarlo in nome di cosa?
Della scienza?
Del buongusto?























Ho pensato a dei motivi per cui non depilarsi può effettivamente essere una figata:
1. Basta male pazzesco. Che tra cicli mestruali, parti ed emicranie più o meno vere, è tutto un dolore.
2. Risparmio economico mensile. Una ceretta alle gambe costa in media 25/30 euro + braccia 15 euro + ascelle 8/10 euro + inguine 15 euro circa. Aggiungiamoci i baffetti, le sopracciglia e in 30 anni mi potevo comprare una casetta.
3. Se ci annoiamo possiamo impiegare il tempo a farci delle treccine sotto le ascelle.
4. Possiamo organizzare una gita al mare all'ultimo momento.
5. Se una domenica ci fanno una sorpresa portandoci in piscina termale a dicembre, non dovremo inventarci di avere l'influenza.
6. Eviteremo di avere le gambe come carta vetrata al terzo giorno post crema.
7. Dalle nostre docce spariranno quegli orribili rasoi pieni di peli incastrati dal 1992.

E finiamola con sta storia che se una non rispecchia i canoni classici di bellezza, fa schifo.
Anche la Venere del Botticelli ora sarebbe considerata grassa. E pazienza se è una dea.

Ecco. Solo per dire che sono cazzi e peli nostri.


























giovedì 24 luglio 2014

Le italiane e il sesso in vacanza

L'altro giorno ho videochattato con una mia amica americana via Skype.
Che ammetto che il termine videochattata faccia molto primi anni 2000, ma che volete che vi dica.
Insomma, tra un How are you, Mi sto ben, ti?, mi racconta che nella sua città -Miami- le italiane fanno furore.
Che non solo piacciono perché si distinguono dalle sciacquette della Florida -abbronzatissime, rifattissime, tamarrissime-, ma che sono molto di moda perché amano divertirsi.
In parole povere, fanno tantissimo all'amore.
Non proprio all'amore. Diciamo che sbagasciano parecchio.
Pare che a Miami si sia sparsa la voce che le italiane siano più disponibili delle perennemente ubriachissime olandesi.
E qui, capirete, è partito un dubbio amletico.
La danno o non la danno?
Com'è che le mie connazionali in terra natìa alla parola sesso occasionale mi si irrigidiscono come se avessi appena nominato Satana Santo Subito e in terra straniera mi fanno le sconcerie a cuor davvero leggero?
Occhio non vede, cuore non duole?
Così parrebbe.
Io che sono una che odia l'ipocrisia più di Barbara D'Urso, due domande me le sono fatte. 
Mi spiegate perché quotidianamente sulla vostra faccia oltre a pasta pizza e mandolino, c'è un'espressione perenne da Topo Gigio e vi basta un aereo per trasformarvi in Miley Cyrus?
Quanta fatica impiegate tutto l'anno a recitare una parte che non vi si addice?

Perché? Perché?

E' colpa del ciclo che magicamente sparisce una volta sorvolato l'Oceano?
Sono gli uomini italiani che non sono capaci e vi fanno chiudere le patonze come i negozi a Ferragosto?
Se vi piace divertirvi, perché non lo fate tutto l'anno?
Vi giudicano?
Anche se cambiate taglio di capelli, state serene.
E siccome oggi il ciclo ce l'ho io e sono polemica (oltre che perennemente cinica e isterica), la ramanzina ve tocca, come i parenti a Natale.
1) Se ogni donna la calasse più facilmente, nessuno si sconvolgerebbe più. 
2) Se un uomo vi/ci giudica ancora nel 2014 e mezzo, allora si merita una vita da eremita con perenne infezione del glande.
3) Nel momento in cui vi proteggete mi spiegate che rischi correte? Non è che siccome è estate allora la fortuna è dalla vostra e dopo il sesso in piscina con sei sconosciuti vi innamorerete e sarete felici e d'inverno se vi accoppiate con sei sconosciuti in un appartamento riscaldato, siete dei bagascioni.
Mischiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia.
4) Se un giorno i vostri figli sapranno cosa avete combinato saranno fieri di voi, che in un attimo passerete da genitori spaccacazzi a rock'n'roll parents. Sia che la location sia stata Abano Terme che Miami Beach (anzi, se vogliamo Abano Terme si può facilmente giustificare con una serafico Sai com'è, ci annoiavamo).
5) La vostra faccia è l'unica cosa conta. Ma solo per voi. Se vi guardate allo specchio e vi trovate meravigliose -fuori, ma soprattutto dentro- potrete agire come meglio vi aggrada. E scusate se è poco.
Nessuno ha il diritto di farvi perdere la stima di voi stesse.
6) Nella vita vi pentirete di quello che non avrete fatto.
Sì, sembra un casino una frase fatta, ma credetemi, è così. Divertitevi. Che a fare l'uncinetto e tenervela, avete tutta la vita.


Sia chiaro, non voglio fondare il partito della promiscuità sessuale.
Anzi, in genere la parola promiscuità sessuale mi fa venir voglia di sposarmi e avere un solo uomo per i prossimi 30 anni.
Solo per dire che mi sembra un po' assurdo dover cambiare regione, paese e moneta per poter essere chi volete.
Che poi mi siete in astinenza da mesi e mi combinate un casino.
E la scusa della piccola città e relativa reputazione da difendere, non regge più.
Si può essere delle persone meravigliose con una grande vita sessuale.
Delle perfette donne indipendenti in ginocchio.
Delle mamme coccolose con un passato interessante.
Ci hanno detto che per essere una brava moglie si devono aver avuto circa 3 partner sessuali.
Ci hanno detto che per essere una brava lavoratrice occorre andare a letto con le galline.
Ci hanno detto che per avere un equilibrio è preferibile una relazione fissa.
Ci hanno detto che l'ordine mentale e fisico è il meglio a cui una persona possa ambire.
Io, dalla mia minuscola Padova, penso che siano cazzate.
Che l'unico modo che avete/abbiamo per essere delle persone affascinanti è quello di essere noi stesse.

Così, solo per dirvi che sta cosa che le brave ragazze vanno in Paradiso ha scassato un pelo la minchia.
E se vogliamo allora, le cattive ragazze vanno a Miami.
E quelle furbe girano il mondo. 


mercoledì 16 luglio 2014

Ciao, sono l'orologio biologico

Pance. Pance ovunque. Pance a punta, pance tonde, pance che pare che abbiano ingoiato un pallone e pance da birra, che fanno molto bebè.
Facebook poi non aiuta. Pance allo specchio, in spiaggia, baciate dal sole e dal fidanzato, pance nate da una notte in un bar troppo affollato, pance rosa e pance azzurre. Pance, perdio. Pance.
E poi. Neonati che nascono, che dormono, che ruttano, che ridono, che sorridono, neonati vestiti in modo imbarazzante, neonati con mamme psicotiche che fanno sapere al mondo quante volte i pargoli pisciano, urlano e non dormono.

E poi, io.

Io che ho una pancia da quinto mese, ma manco un'ecografia.
Io che giocavo prima con le bambole, poi con i lego, e infine con gli uomini.
Io, che in questa miriade di famiglie che si uniscono, non capisco bene dove collocarmi nel mondo.
Io, costantemente in bilico tra formarmi come professionista, o come distributore automatico di bambini.
E' l'orologio biologico, baby.

Quello che mi fa accarezzare la pancia quando ingurgito 2 litri di Coca Cola (non Light, ovviamente) e mi pare sempre che quello che oggettivamente  è ciccia, o più politically correct un ventre curvy,  in realtà si chiami Bianca.
Quello che mi ha fatto passare dal pensare che i bambini puzzino, sporchino e siano un impegno che no, grazie, meglio i party, a Guarda che bello quel bambino, che cuccio carino.
E a differenza di ogni altra nostra fase psycho da pre mestru, questo cambio repentino d'opinione, con annessi ormoni da Pittbull, non dura solo 5 giorni.
Le mie amiche dicono che sì, anche loro, per cui io sto tranquilla.
Ci siamo trovate a spiazzare amici e parenti con frasi come Basta, quest'anno faccio un figlio e tutti di scatto a guardare il malcapitato che ha avuto l'onore di dividere il talamo con noi, lui con una faccia come a dire Giuro, non ne sapevo un cazzo. Non c'ero. Se c'ero dormivo. Se non dormivo ero con un'altra. 
Noi che con lo sguardo lo prendiamo, lo massacriamo di botte e ancora vivo, lo seppelliamo in giardino.
Devi essere dalla mia parte! 
Ma ho già acconsentito al cambio delle tende.
Ti sembra la stessa cosa?
Beh. Beh. 
E unghie che scivolano su specchi troppo lucidi.

Mi dicono che verso i trent'anni capiti un po' a tutte. L'orologio biologico che fino a due anni fa era un taciturno cucù che si faceva sentire circa una volta all'anno, ora è una compilation di granate scoppiate a un centimetro dal nostro orecchio.
E partono previsioni che manco Giuliacci sul dove e quando si inizierà a concepire, Perché il prossimo anno sono 30 e ho amiche che sono già al secondo figlio!
Previsioni da kamikaze incazzato alla E se poi TU non sei fertile? 
Pensieri futuristici Meglio farlo adesso che poi le giunture delle ginocchia non saranno le stesse e vedrai che al nano non riuscirò più a stare dietro.

E il nostro lui smarrito in queste frasi, con in testa un milione di feedback di quando era giovane , spensierato, con l'unico scopo di sfasciarsi di Mojito e fighe a Ibiza.
E soprattutto sa che deve stare zitto, fare sì con la testina e non emettere un suono che implichi parole come Ma, Non So, Sei Sicura, Sono incerto, Ho solo trentasei anni! E se poi non mi ami più e altre minchiate del genere, pena lo staccamento della testa. La sua, ovviamente.

Fermiamoci. Respiriamo.
Non usciamo con mamme entusiaste che ci fanno sentire della adolescenti.
Non usciamo con delle adolescenti che ci fanno sembrare delle vecchie ammuffite.
Stiamo calme e concentriamoci sull'idea che prima o poi arriverà.
E' arrivato uno che ci vuole per più di due notti di fila, arriverà anche un bebè che ci farà pensare amaramente a tutte le estati non vissute a Mikonos, a tutti i viaggi per il mondo che non faremo mai, a quelle notti in cui dormivamo per 12 ore di fila e a tutti i ragazzi con cui limonavamo selvaggiamente.




giovedì 10 luglio 2014

Hai per caso cambiato gusti?

Non c'è niente da fare. I trent'anni mi guardano con occhi ammiccanti come a dirmi Tra poco ci siamo, bellezza ed io capisco che hanno tremendamente ragione.

L'altra sera sono andata in un locale con le mie amiche. Si è avvicinato un cameriere che con sguardo languido di un orso che sta per papparsi un salmone, dice: Cosa ci fanno 3 ragazze così belle da sole? 
Ecco. Noi ci siamo guardate abbiamo sorriso e ce ne siamo andate. Manco una risposta, gli abbiamo dato. Manco un occhiolino, una mano serena sulla spalla come a dirgli Tu non c'entri, siamo noi che siamo stronze. Niente.
E in macchina giù a ridere perchè 10 anni fa per sta frase del cazzo ce lo saremmo portate in branda uno così, prima una e poi l'altra e infine l'altra ancora, o tutte e 3 insieme, che tanto nessuno si sarebbe scandalizzato.
E ora, senza neanche aver sorseggiato un Long Island, imbocchiamo la via d'uscita, oltre al viale del tramonto.
Perché i gusti cambiano e volenti o nolenti dobbiamo farci i conti.

1) L'Artista  
All'università non potevo stare nella stessa stanza con un pittore, uno scultore, o qualunque uomo sapesse fare qualcosa di figo con l'uso delle sue manine, che me ne innamoravo in 5 minuti netti.
L'artista era colui che mi inebriava con i racconti delle sue opere, dei suoi progetti.
Sempre in balìa di emozioni fortissime e dissonanti, era capace di slanci d'affetto e abissi infiniti nell'arco di quattro secondi. Palpitazioni in continuazione, sbuffi al cuore, adrenalina feroce.
Ora li guardo come se fossero un branco di disadattati. Appena uno esordisce con Vivo della mia arte, io subito penso a un sottoponete accogliente per 2, con angolo cottura che dà direttamente sul fiume e una cena a base di avanzi e topi.
Cerco concretezza. Maledizione.



2) Il Barista
Un must. Appena entravamo in un bar, decidevamo se fermarci a bere qualcosa in base al culo del barista.
Quello che diceva frasi ammiccanti per farci consumare un altro Mojito era il nostro preferito ed era anche l'unico che avesse sempre più voglia di noi di fare del buon sesso.
Ora mi sento cretina. Ci ho provato, davvero. Mi avvicino, questo mi guarda e mi dice le stesse frasi che sentivo a vent'anni. E provo un sacco di tristezza. Quindi mi alcolizzo e me ne vado. Da sola.

3) Il protagonista del telefilm. 
Brufoli. Sfiga a palate. Paturnie che manco Dawson Leery. Col cuore tenero e le mutande gonfie.
Lui,  che lo appendevamo ai muri della nostra cameretta, fregandocene se lo scotch avrebbe fatto crollare metri quadrati di intonaco. Chissenefrega, per l'amore questo e altro.
Adesso ammiriamo specie simili che uscendo da scuola in gregge hanno il cavallo dei pantaloni alle caviglie, sbagliano i congiuntivi e pensano che la fellatio sia roba da arbitri.
E noi ci chiediamo come abbiamo fatto a sognare, per anni interi, di limonare con cosi così.

3) Il Buttafuori
Quello che aveva le chiavi per farci arrivare ovunque. Concerti fighi, locali di tendenza, bar sovraffollati. Il salvatore assoluto. Quello da cui andare quando qualcuno ci dava fastidio in discoteca.
Quei bicipiti, quell'altezza da colonna portante, quella schiena pazzesca. Quanto testosterone in un solo corpo. Si avvicinava con quell'andatura da Ercole alle prese con la settantaseiesima fatica.
Ora lo guardiamo e ci sembra sempre che cammini come se avesse un palo nel sedere e ogni volta dobbiamo resistere alla tentazione di non avvicinarci con uno spillo per vedere se riusciamo a farlo esplodere.

4) Il ribelle
L'anarchico. Quello che alle manifestazioni si riempiva la bocca con paroloni come libertà, uguaglianza, fraternità e noi lì, che volevamo andare a letto con sto Robespierre de noartre.
A differenza nostra lui non è cambiato. Dice ancora le stesse cose, con la stessa enfasi, ma sappiamo che ci crede un po' meno.
E mentre noi siamo andate avanti con la nostra vita combattendo battaglie tutti i giorni, lui è lì, a lamentarsi per la carta igienica che costa troppo, smanioso di occupare l'ennesimo centro sociale insieme a teenager che potrebbero essere figli suoi.
Una disperazione.

5) Il partecipante ai reality
Ci sembravano tutti belli, grandi e famosi.
Morivamo dalla voglia di farci vedere con qualcuno che fosse stato in tv. Noi, scelte tra centinaia di starlette più fighe e più sceme di quanto eravamo. Un sogno pazzesco.
Ora guardiamo quel molto poco VIP, rendendoci conto che ha parlato per 24 ore no stop di scoregge e di tragedie familiari, che nel reality di turno tra i lombrichi che si mangiava e la lista della spesa da fare si trombava la shampista analfabeta, all'idea di uscirci in pubblico ci vergogniamo come ladre.

6) Il bullo del quartiere 
Moccia ha mietuto delle vittime. E non ditemi di no che tanto non vi credo.
E con Step ci abbiamo ricamato trame di tessuto che manco la nostra sarta. Bello, affascinante, cattivo e redento.
Quanti bad boys abbiamo provato a salvare? Io circa centouno.
E alla soglia dei trentenni ho capito che lo stronzo non si trasformerà mai in orsetto lavatore.
E se vedo uno che si scalda come una teiera e passa alle mani in zerodue, io provo tanta tristezza per la sua mamma.
Che ci volete fare, ormai riesco ad identificarmi solo con le mamme.

Ora ci piacciono gli artisti famosi che espongano magari a New York, i baristi part-time, che durante il resto del tempo si dedichino a battaglie sociali per i diritti dei gay, qualche partecipante a serie televisive dedito al teatro impegnato e magari un ex buttafuori, che abbia mantenuto i suoi magnifici bicipiti, ma nel tempo libero salvi le foche in Antartide con GreenPeace.

Abbiamo cambiato gusti sì, ma siamo anche più selettive, più schizzinose forse- se si può- ancora più confuse e l'impiegato che faccia l'impiegato e basta ci fa schifo.
Deve essere un po' tutto, sennò sai che noia.

Manco a dirlo era più facile a vent'anni quando i cantanti erano cantanti -al massimo studenti-, i rappresentanti d'istituto amavano solo la politica, i calciatori correvano dietro a un pallone, mica fondavano società e mantenevano baby squillo.
Checcazzo.




venerdì 4 luglio 2014

Le 7 tipologie di maschi più inutili del pianeta

Nella lista di persone portatrici sane di inutilità, potremmo metterci una quantità imbarazzante di conoscenti, ex e persone a caso, incappate sempre per molto caso nel nostro cammino.
Quando dio è annoiato ci fa conoscere una persona inutile, magari anche attraente come il serpente tentatore e noi decidiamo ingenuamente  di uscirci, per poi scoprire che per la nostra vita, non vi era differenza alcuna nel portare al bar lui o la nostra piantina di lillà.
Chi dice che non esista gente inutile perché chiunque può insegnarti qualcosa, impreziosirti, arricchirti, gnegnegnè, non è mai inciampato in
una di queste 7 tipologie di esseri viventi, che differiscono da un sottaceto solo per le capacità respiratorie.

1. Quello che non parla mai. Celato sotto la maschera dell'intellettuale di sta minchia, tace.
E mentre noi parliamo, parliamo e parliamo, lui ci guarda, ogni tanto accenna ad un assenso col capo e continua a tacere. Serafico come un mobiletto del bagno.
Con la differenza che nel mobiletto del bagno almeno ci metto i Lines Ultra Ali più Blu.
No, non è che costui ami ascoltare.
No, non lo stiamo uccidendo con chiacchiere da donnette.
No.
Tace perché non hai mai nulla da dire.
Inutile, come un'app non scaricata.

2. Quello che non sta mai zitto. Siccome in questa vita le mezza misure piacciono solo ai sarti, nello stesso giorno mi è capitato di uscire con quello affetto da mutismo cronico e con quello che, piuttosto che continuare ad ascoltare il suo sproloquio, meglio un'isola deserta con Flavia Vento.
In realtà non importa che questo bipede abbia o meno argomenti interessanti.
Se ci sommerge di chiacchiere talmente ravvicinate da far sì che noi non riusciamo ad inserirci nella conversazione, allora Houston, abbiamo un problema. Il tipo in questione parla solo perché ama dannatamente il suono della sua voce.
Utile come un carillon dagli ingranaggi rotti.

3. Quello perennemente annoiato. Non c'è nulla che lo emozioni. Se è italiano andiamo a botta sicura con il calcio e le tette, altrimenti non sussiste speranza.
Non ha mai voglia di fare niente, sbuffa, si lamenta, risultando piacevole come la salmonella la sera di Capodanno. La sua parola magica è Stasera no, sono stanco. Ah, perchè ieri invece hai salvato i macachi dall'estinzione e il giorno prima eri a seminare il granoturco in Michigan, giusto?
Inutile, come un petardo senza miccia.

4. L'arido sentimentale. E quello che centellina le coccole e le carezze. Noi siamo tenere come la mamma di Bambi e lui non c'ha mai cazzi. Ha pure il coraggio di dirci: Ma te le ho già fatte il mese scorso, le coccole. Ama il suo passato, dice che amerà il proprio futuro, ma non c'è traccia di amore nel suo presente. Dispensatore di affettività solo attraverso un contagocce, questo esemplare è tanto inutile alla nostra vita quanto pericoloso per la nostra psiche, poiché ci abituerà a pensare che sia normale essere amate con il bilancino. No signore, no davvero.
Inutile, come un gavettone bucato.

5. Le decisioni sono paurosissime. Stasera cinema o cena? Boh. Fai tu.
Dormi da me stanotte? E' uguale.
Che ne dici se provassimo a fare le cose sul serio? Mah, come vuoi.
E' quel tipico esemplare del nuovo millennio che non prende una decisione manco fosse in punto di morte. Non so Dio, decidi tu, a me va bene tutto. 
Che pallissime.
Non si mette mai in mezzo. Lui è terreno neutrale come la Svizzera. Insopportabile.
Inutile, come come un aeroporto senza torre di controllo.

6. Il provolone.  Siete alte, bionde, fichissime e con un corpo da urlo? Ci proverà, state tranquille.
Siete la reincarnazione di Maga Magò culona e cattivissima? Ci proverà ugualmente.
Facile da riconoscere al primo sguardo, ci inebrierà di complimenti, frasi ad effetto, mani che improvvisamente percorreranno la nostra schiena e il raziocinio salutandoci affettuosamente, ci abbandonerà.
Gli unici -pochi- vantaggi nell'uscire con uno così è che tendenzialmente dovrebbe aver ispezionato diversi letti, quindi teoricamente è in grado di sapere quello che sta facendo. Teoricamente. E darà un po' di serenità al nostro ego ipercritico.
La nota dolente è che ci prenderemo di lui come pesci con un'esca buonissima.
Inutile, come la crostata alla frutta senza la frutta.

7. Narciso. Il mio preferito. E' quello che pur di piacere farebbe qualsiasi cosa.
Ci fornisce mille e una illusione pur di avere delle attenzioni. Non importa che siamo le sorelle gemelle di Claudia Schiffer o di Moby Dick. Lui si farà avanti. Ma non ci proverà solo per il gusto di un'avventura, come farebbe il provolone.
No. Lui ci ammalierà solo ed unicamente per l'immagine di se stesso che noi gli rimanderemo.
Narciso che si specchia nell'acqua per contemplare la sua immagine. Sfortunatamente il nostro non muore annegato.
Prepariamoci ad un corteggiamento vero e proprio. Ci telefonerà, ci porterà in giro come una pochette della nuova collezione primavera-estate, e ci interrogherà con farsi ambigue come: Dimmi cosa ti piace di me, o Tu per me cosa faresti?
E noi lì, ad elogiarlo come un bambino che ha fatto bene i compiti.
E' infido, stronzo e soprattutto disinteressato. Si innamorerà dell'immagine di sé che riesce a vedere in noi.
In questo amplesso tra cuore, estetica e pisellocentrismo, scappiamo.
Scappiamo. E spargiamo la voce.
Una tragggggedia. Con tante g.
Inutile, come un bel vestito con la lampo rotta.
















Donne avvisate...faranno esattamente la stessa cosa.
Ma almeno sapremo, in questo mondo difficilissimo, che questi uomini insignificanti sono capitati a tutte. E se non dovesse essere così, state sicure: capiteranno.
Alla fine mal comune mezzo gaudio.