lunedì 30 giugno 2014

I dolori della giovane dieta

Padre perdonami perché ho molto peccato.
Ho mangiato in 3 giorni il quantitativo calorico che assume un esercito di Viet Cong dopo un mese di trincea.
Nell'ordine:
Circa 28 tapas di varie tipologie.
Con il salmone e la salsa verde fosforescente. Con la salsa verde fosforescente e i gamberetti. Con i gamberetti e la salsiccia spagnola. Con la salsiccia spagnola e i peperoni fritti. Con i peperoni fritti e il ripieno che boh. Con il ripieno che boh, immerso in un sugo rosso e patate.
Patate fritte, patatas bravas, patate e calamari. Calamari fritti, alla piastra, al burro e alla griglia (per i sensi di colpa).

Sensi di colpa abilmente annegati in litri di sangria, birra e Coca Light (poca).
Sono stata a dieta venerdì dalle 14 alle 15,30. E dalle 21.30 alle 22.00.
Anche sabato sono stata eccellente. Per 20 minuti di fila. Poi ho ceduto all'ennesimo KFC. Che non è esattamente rappresentativo della cucina spagnola, ma io al pollo fritto non so resistere.
E poi i dolci.
Mangio la crema catalana alla sagra di Bovolenta in provincia di Padova e vuoi che non la assaggi a Barcellona?
Sono tornata a casa con una pancia da quarto mese di gravidanza.
Alla domanda: "Che cosa aspetti?" ero pronta a rispondere: "Di trovare Starbucks".
Ieri sono atterrata in Italia. Che se l'aereo fosse stato in avarìa potevo atterrare di culo e non mi sarei fatta niente.
Non ho avuto coraggio di pesarmi, e non ce lo avrò per i prossimi 3 mesi.

Quindi da oggi dieta. Via di pollo alla piastra, verdure merdose e tanta insalata. Poca frutta e zero gelati. Manco al limone.
Severa come un gendarme russo.
Al solo pensiero vorrei farla finita.  Morta grassa e felice, apparentemente incinta di una cucciolata di Alani Arlecchino.

Io alle diete ormai sono rassegnata.
Da circa cinque anni peso come un toro da combattimento e posso dire di averle fatte tutte.

1. Dukan. Una figata. Dimagrisci un casino. Ti alleggerisci e perdi peso come l'Italia perde i mondiali.
Si dimentica di dirti, Mr Dukan, che alla fine di questa agonia di proteine (perché attenzione è bandito praticamente tutto tranne leccare le cuciture del divano), avrai perso sì, un botto di chili, ma in tempi flash ne avrai riacquistati tutti + 2.
In compenso avrai comprato il libro ufficiale della dieta, il libro ufficiale delle ricette (perché effettivamente prova tu a mangiare per colazione, pranzo e cena solo proteine), il libro ufficiale della fase 1 e della fase 2.
Alla fine non avrai mantenuto il peso perso, ma potrai tranquillamente fondare una biblioteca.

2. Dieta a zona. Preparatevi a portarvi in ufficio una borsa gigante con dentro una bilancia.
Dovrete pesare tutto e calcolare in che misura consumare carbo+prote+grassi buonissimi.
E' la dieta di chi ha tanta pazienza. Ovviamente non fa per me.
Al quarto giorno di Calcola nella app quanti grammi di hamburger puoi ingurgitare, ho miseramente mollato.

3. La dieta mediterranea. E' quella in assoluto più completa e bilanciata e blablabla.
E' anche facilissima. A pranzo pasta condita come vuoi tu.
Tranne che con i sughi. Vietati il pesto, la carbonara, l'amatriciana, il ragù, i formaggi.
Grazie al cazzo che dimagrisci.
Puoi spalmarci su del buonissimo pomodoro o un filo (un filo perdio!!) di olio. E non più di 80 grammi.
Che 80 grammi non glieli darei da mangiare manco al mio cane. Povera bestia.
Alla sera della carne o del pesce o delle uova + verdure. Ci tengono tutti a dirti che di insalata puoi mangiarne quanta ne vuoi. E' illimitatissima.
Poi al sesto giorno si scordano di consigliarti uno sgabello alto e della corda, possibilmente corta.

4. Tisanoreica. Detta anche dieta che ti fa dimagrire anche -e soprattutto- nelle finanze.
Costa un patrimonio e per un mese oltre alle proteine, sono altamente consigliati i prodotti specifici firmati Gianluca Mesch, l'ideatore.
Puoi scegliere tra spuntini al cioccolato che non sanno di cioccolato, oppure optare per i piatti pronti buoni come il cartone pressato, il tutto da integrare con un decotto depurativo a soli 27 euro e rotti e, se si è avventurosi, si può comprare dallo shop online ufficiale una confezione di pennette o di riso per il modico prezzo di 17 dollari e 50.
A questa cifra devono mandarmi a casa anche George Clooney a imboccarmi. 
Prima che la banca ti pignori la casa, inizierai a mangiare la tua ottima pasta Barilla e riprende quello che hai perso. I chili, non i soldi, of course.

5. La dieta delle banane. Che io pensavo fosse una bufala del web, e invece esiste davvero.
Non l'ho ancora provata, ma il mio grado di disperazione mi sta convincendo.
A colazione mangi una banana. O anche più di una. Puoi effettivamente sfondarti di banane fino a che  non ti calerai dal lampadario e ti farai chiamare Cita.
A pranzo e a cena sei liberissimo. Via alle proteine, ai carboidrati, ai grassi saturi come se fossi un carcerato alle prese con il suo ultimo pranzo.
Gli alcolici sono consentiti, ma con moderazione. 
Bere alcolici con moderazione è come dire che sì, puoi aprire un sacchetto di patatine fritte, ma no, non ne puoi addentare più di 3. Eccheccazzo. O me lo fai fare, o me lo vieti.
Mica sono una persona matura che sa gestire le mezze misure.
Quindi in poche parole cambi solo la colazione, per il resto sei libero come un cervo a primavera.
In conclusione, mi sembra una minchiata, ma vi terrò aggiornati.

Da oggi, lunedì -l'unico in giorno in cui è legale iniziare una dieta-, riprenderò quello che ho mollato nel 1998, nel 2001, nel 2002, nel 2004, nel 2007, nel 2010, nel 2011, 2012, 2013.
Tornerò a mangiare con moderazione e proverò a convincermi che magro è bello e avere il peso di un
T-Rex è brutto.
E che sta volta dio me la mandi buona.
Altrimenti inizierò a prendere in considerazione la motosega, o la vasca di piranha.
Ah, dimenticavo.
Io prima di iniziare le diete avevo un culo di dimensioni abbastanza umane.
Morite stronzi ideatori di diete. Morite.


lunedì 23 giugno 2014

Tutti i corteggiamenti della mia vita

Tutti i corteggiamenti della mia vita.

Nessuno.

Ieri ero con la mia mamma e si parlava della miriade di uomini che l'hanno corteggiata.
Chi con gesti plateali. Chi con dei fiori che fanno sempre una porca figura. Chi con bigliettini. Chi con serenate.
Ebbene si. Serenate.
Ad un certo punto lei si gira e mi dice: "Chissà quanti hanno corteggiato te"
"Manco uno, mami".
Il che lei inizia a guardarmi come se 29 anni fa avesse partorito una tartaruga gigante di rara oscenità e non se ne fosse mai accorta.  Ha fatto quella tipica espressione da mamma dilaniata da un dubbio atroce Non l'avrò mica fatta brutta? E' scema? E' colpa del culo grosso? 
Ci ho messo un po' a farle capire che come negli anni '80 andavano di moda le spalline delle dimensioni di un armadio 4 stagioni e ora non se ne vedono più in giro, così sono scomparsi i maschi romantici. Con la differenza che le donne della mia generazione sanno perfettamente che questa specie di Home ex Sapiens, lo fu un tempo,  non tornerà mai di moda.

La verità è questa. Io non sono mai stata corteggiata.
Un ex, a essere sincera, fece una cosa dannatamente tenera.
Durante il nostro primo weekend a casa sua, scrisse il mio nome sul pavimento con petali di rosa e mi costruì un baldacchino, sapendo quanto io fossi -soprattutto all'epoca- fottutamente Disney addicted.
Dico costruito nel senso di costruito. Le sua manine, sega, legno, chiodi, non so quale altra diavoleria abbia usato, o quante ore abbia passato a guardare Extreme Makeover Home Edition, ma il risultato fu superbo.
Però non conta, perché già gliel' avevo data e perché lui era terrone.
Il romanticismo al Sud è come gli occhiali specchiati al Nord. Ce l'hanno tutti, non fa testo.
La tragica verità, è che, appunto, io non sono mai stata corteggiata.
Nessun gesto d'amore folle, nessuna plateale dichiarazione, nessuna frase da Telefilm alla Se non sarai mia che senso avrà continuare a vivere?


Io nella mia vita, ho fatto un paio di cose spudorate per far sapere ad un uomo che ero interessata. Diciamo anche presa.
All'università organizzai una sorpresa a uno con cui stavo uscendo. Decisi di citofonargli alle 4 del mattino con due brioche appena sfornate e il mio reggiseno migliore. Mi sembrava una cosa romantica. E gli averi pure regalato del gran sesso.
Lui era a letto con un'altra e io mi mangia due cornetti alla faccia loro. 

La seconda volta mi presentai in un bar sui Navigli dove lavorava un cameriere con cui c'erano stati un paio di limoni, ed io ovviamente ero in quella situazione in cui razionalmente sapevo che non mi potevo permettere manco un castello in aria, ma emotivamente già pensavo se per il nostro matrimonio mi sarebbe stato meglio l'abito modello sirena, o quello di pizzo con la gonna ampia.
Arrivai in questo locale fighissimo. Lui mi accolse con un tenero Cosa ci fai qui. Sto lavorando. 
Io e il mio ego ce ne tornammo a casa distrutti.
L'unica sirena a cui pensai in futuro fu quella che canta In fondo al mar, c'è la sardina fa una moina, c'è da impazzirrrrr.

Successivamente ho capito che se noi donne commettiamo gesti plateali e fiabeschi, veniamo spesso scambiate per pazze psicopatiche che al primo No grazie stasera vado al cinema con mia mamma,  siamo pronte a bruciargli casa e rapirgli la sua sorellina.
Facciamo la parte delle disperate in cerca di marito come neanche i Templari in cerca del Sacro Graal.

In compenso posseggo (possediamo) una libreria stracolma di libri che avrebbero, con un ottimismo da premio Nobel, dovuto insegnarmi come non cedere subito al primo appuntamento, come non essere spaventata da un innocuo Mi dai il tuo numero? Anzi no, hai Twitter?, come provocare senza sembrare una sgualdrina.
Ci dicono che gli uomini sono cacciatori e noi dobbiamo fare le Mammut e fuggire, così sarà sicuro che verremo rincorse; ci suggeriscono di aspettare che un uomo si sbatta a corteggiarci così appariremo trofei ambiti, ci ricordano che Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere. 
Quello che si dimenticano di dirci gli autori, è che non ce la tiriamo dopo un corteggiamento, per il semplice fatto che il corteggiamento non sussiste.
Non esiste. Si è istinto. Come i dinosauri e gli zigomi naturali della Ferilli. 
Per cui possiamo stare serene.

Ho la sensazione che nell'era moderna e tecnologica, tra i maschi medi sia in auge una regola ferrea. Non fare capire ad una donna che si è interessati, perché se lei decide che no, quell'uomo non fa proprio per lei, l'uomo in questione vorrà morire e sprofondare.
Magari ha passato l'adolescenza a guardare film avventurosi, per poi farsela nelle mutande davanti ad un No, grazie.
Meglio quindi non rischiare e mandare degli input.
Che non impegnano mai.
Un invito a cena frettoloso, un like ad uno status di Facebook, un poke (ebbene si, esistono ancora i poke e gli uomini che li utilizzano), e se proprio proprio il tipo è un temerario, può commentare una nostra foto azzardando anche un complimento seguito da numero 2 di punti esclamativi.
Che fortunatissime, che siamo.
E pensare che gli uomini che rischiano, che lottano, che corteggiano, che ci dedicano canzoni e film, che cucinano per noi, li troviamo assolutamente irresistibili.
"E' un mondo all'incontrario", ha detto ieri mia mamma.
"Già!"
"Ma no aspetta. Che fine ha fatto quel bambino bellissimo che a 10 anni ti mandava delle lettere d'amore?"
"Ora è gay".
"Ah."


lunedì 16 giugno 2014

Siamo tutte Monica Lewinsky

Ci risiamo.
Puoi avere sterminato una famiglia, aver provocato una guerra, infangato il tuo buon sangue blu e fottecazzo. Ma se il tuo nome viene tristemente accoppiato a quello dell'uomo più potente della terra per una storia di pompini, sei destinata a portare una lettera scarlatta grande come la tua umiliazione, per tutta la vita.
Mrs. Clinton è la favorita alla corsa presidenziale del 2016 e dai dossier rispuntata il nome che meno di 20 anni fa fece tremare le casalinghe disperate di mezza America: Monica Lewinsky.
Se è vero che in Italia diventi famosa grazie a coloro con cui dividi il talamo, nell'ipocrisissima America ti potrebbe costare la vita.

Monica ha 22 anni. Viene da Beverly Hills, il quartiere di Dylan, Brenda e Kelly, che tra triangoli, flirt, vaffanculi, e tradimenti hanno incantato una generazione di ragazzine sognanti.
Si è laureata da poco e il suo primo impiego è come stagista alla Casa Bianca.
Il mio fu come fotocopiatrice volontaria in un ufficio di 5 metri x 3.
Si capisce che la ragazza non è scema.
Ma è una peccatrice. Una sgualdrina puttana che si azzarda a mettere gli occhi su un uomo sposato.
Come se fosse la prima della storia, la strega da bruciare sul rogo, la Eva che mangiò una cassa di mele proibite.
Si infatua dell'uomo più potente del mondo che la lusinga, la corteggia, le dà una speranza.
Monica ci casca con tutti e due i piedi, e più precisamente atterra in ginocchio.

Le altre donne ovviamente avrebbero resistito. Avrebbero detto No, thanks Mr. President.
Avrebbero rifiutato, in un'età in cui si aspetta il Principe Azzurro con una determinazione da legionario romano, non ci avrebbero creduto a quella favola rosa, la loro moralità sarebbe venuta prima dei marci istinti primordiali.
Ci crediamo tantissimo.

Monica confida la liaison a un'amica che la registra e spiffera tutto ai servizi segreti.
L'amica merda ce l'abbiamo avute tutte. La nostra però avrebbe raccontato con lingua feroce dei nostri accoppiamenti alle vicine di ombrellone, non al mondo intero.
Avrebbe aggiunto qualche capriola, qualche Vai così baby che mi piace, qualche pozione acrobatica impraticabile.
A Monica hanno distrutto la vita con dettagli osceni, e chissenefrega se erano veri.
Fine della sua vita.
Inizio dello show mediatico più sessualmente esplicito della storia, più invadente addirittura di quel Vorrei essere il tuo tampax, del principe Carlo.
Il Presidente è obbligato a scusarsi in pubblico come se il suo pisello fosse di dominio nazionale.
La moglie è fotografata con la testa bassa forse a pensare Avrei dovuto fargli due pompini in più.
Ma nel circo della nefandezza tramutata in informazione l'unica che viene distrutta è lei.
La ventiduenne, ormai ventiquattrenne.
La stanza ovale viene soprannominata stanza orale.
La stampa si accanisce su quei fianchi un po' larghi, sui chili di troppo e sulla sua bellezza non da copertina.

L'America è shoccata.
Ma non del fatto in sé, ma dell'idea che l'uomo più potente della terra abbia scelto come concubina una ragazza normale.
Se Bill si fosse fatto fare una fellatio da una playmate, lei avrebbe ottenuto ingaggi d'oro. Magari un film, magari un reality, magari la conduzione di un programma tutto suo.
Sarebbe diventata la migliore amica di Oprah e palpeggiata in segreto da Ellen DeGeneris.
Ma no. Monica è terribilmente normale. Insipida. Sicuramente ha la cellulite. Ha fatto vergognare pubblicamente la moralissima Casa Bianca. Deve essere punita.
Foto sue orribili fanno il giro del mondo, in un'epoca in cui i Social non esistono ancora.
Quelle foto che noi faremmo cancellare all'istante dallo smartphone stronzo che ce le ha scattate. Noi che abbiamo il potere della nostra immagine. Lei che non ha il potere neanche più di andare a fare la spesa.
La satira si imbizzarrisce.
Monica all'epoca dei fattacci era consenziente. Quindi si merita la gogna. L'America vuole lo stupro per essere dalla sua parte.
Bill viene processato e perdonato, perché lui, il maschio dominante, non deve chiedere mai.
Lei inizia un girone infernale di colloqui di lavoro che finiscono sempre in un Ci faremo vivi con inesorabili telefoni che non squillano mai.
Nessuno la assume perché si sa, lei è una pessima pubblicità, e il sogno americano è per gente perbene, non per sciacquette che si permettono di tenere per le palle il Presidente. 
Il sogno americano permette ad un analfabeta qualsiasi di creare un impero, ma stronca la carriera di una ventenne sessualmente nella media.
Lei sognava di sedurre l'uomo più importante della storia. Lui di vivere una misera avventura extraconiugale. Lui si è salvato. Lei è affondata.
Lei che lo guardava come ogni grande uomo meriterebbe di essere guardato.


Le donne la difendono in silenzio per poi tenere comizi sull'integrità della famiglia.
I suoi vestiti vengono setacciati per trovare traccia di sperma presidenziale.
In un'età in cui una ragazza dovrebbe raccontare a 14 amiche di quel tipo carino con cui si è chiusa in ufficio, lei deve Confessare a 140 giornalisti i dettagli di quella passione.
Viene chiamata Monica la pazza. Monica l'instabile, Monica l'Altra Donna.
Ma vaffanculo, va. Vaffanculo democratica America. Vaffanculo repubblicana America.

In un'epoca in cui Miley Cyrus si masturba anche sui palchi delle sagre pur di avere un follower in più, riemergono i fascicoli di Monica.
Si riapre la caccia alle streghe perché se Hillary andrà al potere per lei inizierà un altro inferno.
Lei che ha 40 anni e una vita distrutta.
Perché ha avuto il coraggio di restare in una nazione dalla quale io sarei fuggita.
Lei che viene ancora, dopo 19 anni, additata come la meretrice.
Lei che non ha fatto nulla di cui doversi vergognare.
Bill che si è approfittato di una ragazzina non pensando alle conseguenze. Lui, l'adulto, non ci ha pensato.
La moglie di Bill che ha la pubblica simpatia che si riserva alle cornute.
Monica che è da sola.

Poteva accadere ad ognuna di noi una cosa del genere.
Perché l'uomo più grande piace.
Perché ci hanno insegnato a credere alla favola che un giorno avremmo trovato un uomo meraviglioso.
Perché il potere è da sempre l'arma di seduzione per eccellenza.
Perché un pompino a 22 anni l'abbiamo fatto tutte, con il privilegio di non essere sbattuto
in mondovisione.






lunedì 9 giugno 2014

Io, che ho rubato il vostro amore

Che tu ne faccia meraviglia o spettacolo banale
lacrime a rendere o scherzo di Carnevale,
neve ad agosto o macchina per sognare
musiche per i tuoi occhi o parole da conservare,
[…] come una medicina, un dolore da rinnovare,
un desiderio spietato che non puoi rifiutare.
Ed è così, che ti lasci guardare,
è così che ti piace, così che ti fai immaginare.
(F. De Gregori, L'amore comunque)

Salgo sul treno che mi riporta a casa, anche se una parte della mia casa l'ho lasciata lì, tra quel rumore e quelle macchine, quel rombo assordante di festa, di biglietti pagati, e di quelli regalati.
Mi guardo intorno.
Vicino a me c'è una ragazza bellissima che sta guardando fuori dal finestrino.
Uno chignon le fissa i capelli. Noto che i capelli degli altri sono sempre perfetti, disciplinati, ordinati. Con i miei devo patteggiare ogni mattina. Forse i capelli prendono l'anima della persona che li indossa. Indossare. Non riesco a trovare un accessorio che si indossi meglio dei propri capelli.
Sulla banchina immobile, con le braccia conserte, la sta guardando un ragazzo. Ha i ricci neri e uno sguardo fiero.
Lei guarda lui. Vetro del finestrino. Lui guarda lei.
La scena riempe l'aria in un modo talmente commovente da indurmi a scattare una foto.
Lei guarda lui. Vetro del finestrino. Lui guarda lei.
Sono immobili.
Fino a che uno dei due non inizia a scrivere all'altro dei messaggi.
Lei guarda lui. Vetro. Lui guarda lei. Scrive. Lei guarda il telefono. Scrive. Lui guarda il telefono. Scrive. E si ricomincia.








Penso di pubblicare la foto su qualche canale Social, perchè l'amore per me è esattamente questo.
Una serie di sguardi, e la voglia di comunicare che riesce a trovare qualsiasi strada.
E' un ammirarsi impotenti.
E' una parola sussurrata e mai udita.
E' una mano sul cuore.
Il treno parte.
Lei si appoggia le dita sulle labbra come per mandargli un bacio.
Poi si infila gli occhiali da sole. Forse piange. Forse rimette le sue maschere al proprio posto.
Sto per condividere quel loro momento assolutamente intimo con il mondo.
Poi mi fermo.

Non penso alla violenza nel trovare una propria foto sulla rete, né allo smarrimento di quando si scopre di essere stati osservati. 
Penso solo che magari non è come sembra.
Che forse, nella città eterna, quei due si siano amati solo per un weekend.
Penso a un sacco di cose.
Penso che potrei rovinare una storia ufficiale. Penso ad un uomo che ritrova su Facebook la foto della sua donna mentre guarda con aria sognante uno sconosciuto sui binari di una città nella quale non avrebbe dovuto essere.
Penso che l'amore sia cosa privata, e l'esibizione in un luogo pubblico, per quanto celata, non giustifichi un'esposizione mediatica senza richiesta.
Penso tanto che alla fine giungo ad una conclusione.
Io, a quella sconosciuta, ho rubato l'amore.
Le ho rubato la magia di un momento con pensieri di infedeltà e con macchinosi risvolti degni del peggior filmetto di terza categoria.
Le ho rubato la favola con congetture di galeotti weekend.
I suoi sguardi sono diventati nascosti, infidi, traditori.
Le sue mani mandano baci che sanno di Non scrivermi tu, ti scrivo io e poi cancello.
Le sue promesse sono piene di dubbi.
Scusami bellissima sconosciuta.
Perdona la mia pochezza, il mio cinismo, il mio descriverti come reticente, il voler trovare schifo ovunque , solo perchè lo schifo l'ho assaggiato, l'ho assaporato, l'ho masticato.

E nonostante io ora abbia l'amore, faccio ancora fatica a riconoscerlo.
Il treno rallenta. Vedo che lei scende alla mia stessa fermata.
Le cammino un po' dietro perchè le valige mi pesano e io sono stanca.
Poi la guardo. Vedo che inizia a correre.
Ed è un attimo.
Si getta tra le braccia di un ragazzo alto.
Parte un bacio lunghissimo.
Inchiodo.
Sbarro gli occhi.
Per un attimo fingo a me stessa una reazione spropositata. Il mio ego vorrebbe gridare allo scandalo.
E poi fanculo, sorrido.
Perchè alla fine non c'è nessuna vittoria nella mia predizione.
Perchè alla fine non c'è scandalo, ma amore.
Amore moltiplicato e non diviso.
Sorrido perchè alla fine chissenefrega. Ma soprattutto.
Beata lei che ha 4 occhi che la guardano così.


Quella foto che ritrae i due giovani che si guardano dal vetro di un treno, è ancora nel mio telefono.
Non la cancellerò. Non le farò perdere significato. Non ci leggerò l'imminente rovina che colpisce gli amanti, i fedifraghi, i dispersi, coloro che attendono un treno che sta per arrivare.
No.
La terrò, perché mi ricorderà che l'amore riempie l'aria. Tutto il resto non importa.


martedì 3 giugno 2014

La convivenza e il tiramisù mai riuscito

L'altra sera ero con le mie amiche e parlavamo di convivenza.
C'è chi pensava che fosse una prova inutile, chi reputava invece che fosse fondamentale per conoscere bene chi ti sta vicino.
Io me ne sono stata un po' in silenzio, ho ascoltato le opinioni altrui, e per la prima volta in vita, ho taciuto per almeno 30 minuti, prima di vomitare anni di ideologie, assetti psicologici, smaronamenti culturali. 
Poi chiaro. Mi sono scatenata con un fervore che manco Spartacus in arena.

La convivenza si, è una prova. Una prova d'amore, di rispetto, di complicità.
E' un 50% di possibilità che sia un successo. Esattamente come ogni altra cosa nella vita.
E poiché si parla d'amore, è una prova che vale doppio, dove sulla bilancia del raziocinio ci sono i sentimenti. Escusaseèpoco.
Per questo motivo, dare una connotazione negativa al termine Prova, credo sia una cosa quanto mai bislacca.
Io provo a fare il tiramisù in casa, e non ci riesco mai. Perché il monologo della dietologa No zuccheri, cazzo! mi riecheggia nel cervello, e perché i savoiardi riemergono come un vecchio relitto abbandonato sotto strati di mascarpone. 
Provo a farmi la ceretta da sola, e alla quarta madonna che urlo, con la gamba piena di cera appiccicosa, vado a farmi salvare dall'estetista sotto casa.  
Provo ogni anno ad abbandonare l'idea dei leggins in agosto sotto i vestiti lunghi, ma no, non ci riesco mai, perché quei leggins mi fanno sentire più magra, e ognuno di noi ha le corazze che si merita.
Ma non convivere perché no, le prove in amore non vanno bene, è un concetto che mi fa arrabbiare tantissimo.

Innanzitutto noi siamo donne. E creiamo prove anche quando si tratta di testare la fedeltà del pasticcere.
Ci iscriviamo a una seduta prova di massaggi Shiatsu prima di fare l'abbonamento.
Proviamo il corso di pilates, il nuovo istruttore di nuoto, la babysitter, e prima di essere assunte siamo costrette a 6 mesi di prova a 500 euro al mese, prima di avere la speranza di un contratto dignitoso.
Con un uomo siamo anche peggio. 
Siamo quelle del Non chiamo io così vediamo se lo farà lui.
Non gli dico che lo amo per prima e scopro quanto ci mette spontaneamente a dirmelo.
Ci esco a cena e cronometro quanto passa prima di smettere di ascoltarlo e iniziare a pensare al mio ex, che lui si, era piacevole.
La nostra vita è costellata di prove che subiamo e infliggiamo.
Però se si tratta di convivenza non capisco perché l'idea sia insensata. Meglio buttarsi subito dal precipizio e vedere se siamo capaci di volare.
Poi se non ci riusciamo, moriremo, che vuoi che ti dica. 
Io questi tentativi suicidi li trovo assurdi.

La convivenza è un'esperienza bellissima o terrificante che ti fa conoscere realmente chi hai davanti. 
Vogliamo chiamarla prova? Concorso a premi? Contest? Talent Show?
Fottecazzo. 
Io la trovo fondamentale.
Il premio finale non deve essere il matrimonio, che chissenefrega dell'abito bianco -che mi ingrassa oltretutto- ma la serenità familiare. 
Trovo che abbia dei vantaggi incredibili.
- Saprai se lui è soggetto a sbalzi umorali (e ormonali) degni di Hulk.

- Saprai che se avrai una voglia sessule impellente ci sarà lui a soddisfarla evitando di mettersi in macchina alle 3 di notte.

- Saprai prima di esserti impegnata In salute e in malattia, ogni quanto capita la sua mamma a casa senza preavviso minimo ( che io stabilisco essere di una settimana).

- Saprai se ti sopporterà anche quando sarai nel mood del Donne dududu in cerca di guai.

- Saprai se cambierà il rotolo della carta igienica da solo, o aspettarà che germogli come il rododendro.

- Saprai la misura della sua puzza, e i tempi con cui deciderà se e quando lavarsi.

- Saprai se ha vizi imperdonabili come il poker online o la chattata con la cara amica polacca a notte fonda.

- Saprai se russa, e di conseguenza potrai pianificare prima del mutuo quarantennale due camere separate.

- Saprai quanto vi divertite nella quotidianità, e dal mio punto di vista, una relazione funziona bene se ci si diverte.

- Saprai se è uno che ti aiuta con le bollette e non uno che ti dice Anticipa tu, poi facciamo conti.

- Saprai se dopo una litigata ti terrà il muso per 78 ore continuative o sarà un pelo meno scassacazzi.

- Saprai se avrà voglia di aiutarti con la spesa, o se sarà uno che alla parola Supermercato sparirà come un uomo medio post coito

Poi. Se sono rose tradizionali andranno all'altare, se sono rose moderne continueranno nell'idillio delle coccole al sabato e delle pulizie alla domenica, se sono tragedie finiranno. E stop.
Prima di aver speso millemilla euro per un matrimonio, aver coinvolto i cattolicissimi parenti del Sud, aver infranto i tuoi sogni di bambina, ed evitato di dire Lo voglio a frasi senza senso come: 
 In ricchezza o in povertà, fino a che morte non vi separi.
Che oltre a portare sfiga, me par pure una condanna.
Amen.