lunedì 25 agosto 2014

Le trentenni e il sesso. Che Dio ci aiuti.

Chiedo ai miei genitori, ai parenti, agli amici dei parenti, agli scassa cazzi, ai moralisti, ai bigotti, ai repressi e a chi ha tanta voglia di rendermi la giornata difficile, di non leggere questo post.
E' volgare e non vi piacerà.
Grazie.


Non c'è nulla da fare.
Una donna compie trent'anni non solo per notare con desolata passività l'aumentare della sua cellulite, ma per comprendere che in quest'età -in cui dovrebbe mettere su famiglia quando l'unica cosa che vorrebbe è prepararsi per andare a ballare-, i gusti in generale cambiano.
Il nostro corpo non ci permette più di trattarlo come la fogna di Calcutta e noi siamo in media più selettive.
Prediligiamo un'insalata invece che il Crispy McBacon, non solo per non fare la figura in spiaggia di una partecipante di Extreme Make Over Diet Edition, ma perché oggettivamente il Mc Donald's dopo le 3 del pomeriggio non lo si digerisce più.
E anche se proviamo a fare le fighe con le tequila sale e limone sappiamo perfettamente che alla seconda, avremo una faccia da cazzo per le successive 72 ore.
Poi che ce ne sbattiamo e ne beviamo 6, è un altro discorso. La consapevolezza aumenta. E ci frega sempre.
Con gli uomini, ad esempio.
D'improvviso, i bagnini non hanno più quel sapore esotico di conquista, i camerieri sono meno affascinanti e i dj perdono completamente quell'allure che tanto ci fece bagnare in età post scolare.
Ci fanno rabbrividire alcuni approcci al Ciao Bella, stasera è la tua notte fortunata e apprezziamo più un maschio che interagisca con noi parlando di musica ed architettura.
Poi c'è un altro problema che nessuno considera, ma che si fa sempre più scomodo nel mondo delle trentenni single e fidanzate.
A 20 anni eravamo flessibili sotto ogni punto di vista. Sessuale e non. Un ragazzo, se sufficientemente carino da farci perdere il senso del tempo e dello spazio, poteva effettivamente muoversi un po' così, su e giù, a cazzo di cane, che noi comunque eravamo contente.
Non importava se non sapesse la differenza tra clitoride e punto G, perché era già tanto che la sapessimo noi, mica ci permettevamo il lusso di pensare che anche altri avessero le chiavi del nostro paradiso.
Poi, oltre alla consapevolezza che i grassi saturi non valgano come le verdure, abbiamo aumentato anche la conoscenza del nostro corpo e porca miseria, abbiamo iniziato a voler passare la notte con uno che non ci toccasse le tette come se stesse sentendo se l'Avocado è maturo.
Ecco.
Ora, chiedo nel pieno delle mie facoltà mentali, che gli uomini capiscano che ci sono delle cose che fatte ad una ninfetta di 18 anni sono accettabili, oltre quell'età faranno di voi il protagonista di storielle degne dello scemo del villaggio.
Perché alla nostra età, una cunnilingus fatta di merda equivale ad un addio.
Vogliamo essere scopate come dio comanda.
Sennò facciamo da sole.

1. Mani. Le mani vi servono per tante cose utilissime. Non è obbligatorio che entrino nelle nostre mutante. Fidatevi. Se da bambini prendevate un fiore e per sbaglio lo spezzavate, significava che non avevate una grande manualità. Non è cambiato nulla.

2. Allora. Con gli anni la concentrazione diminuisce. Se noi siamo là e vedete che tutto sommato ci sta piacendo, frasi come Girati, Spostati, Chinati, Butta le gambe indietro, Mettiti a cane, gatto,  coniglio, brontosauro, non ci aiuteranno. E dovremo ricominciare da capo. State buoni che il fisico per fare acrobazie non ce lo avete più neanche voi.

3. Se per caso ogni volta che avete praticato del sano cunnilingus la vostra partner del momento nei primi 10 secondi vi ha staccato la testa da lì, dovreste aver appreso che non ci siete portati. Non occorre continuare ad avere conferme.
Non siete capaci. Non succede nulla. Fate altro.

4.  Il dolore. Il dolore è fichissimo in 3 situazioni:
A. Vi chiamate Christian Grey. -In caso di dubbio ve lo dico io, non siete Christian Grey.-
B. E' da un'ora che andiamo avanti e forse, dico forse, il fatto che ci siamo addormentate non è un bellissimo segno, quindi potete pensare di dare colpetti un pelo più forti.
C. Vi chiediamo espressamente Fammi male.
Se non sussistono nessuno di questi 3 casi, vi prego. Siamo donne, non prosciutti da sventrare.

5. Lo sappiamo che YouPorn ha minato tantissimo la vostra sicurezza. Ma credo di parlare a nome di tutte, dicendo che al primo incontro sessuale, le parolacce tenetele per la vostra trombamica che vi conosce e vi apprezza. Non è carino dire cose come Chi è la mia puttana ad una che non sa ancora bene se vuole rivedervi. Il fatto che siamo nude non vi autorizza a mancarci di rispetto.

6. Se decidiamo di essere porche o castigate sono affari nostri e vostri.
Nostri e vostri. Non nostri, vostri e di tutti i vostri amici.
Ci facciamo immaginare volentieri a pecora da voi, non dal vostro fratellino adolescente. Checcazzo, questo è l'ABC. Dovrebbe, almeno.

7. Se abbiamo voglia di fare una cosa la facciamo. E questo vale per la spesa al sabato, per la ceretta e per una fellatio. Stessa cosa vale per voi. Crediamo molto nei pari diritti.
Forzare, o far pesare un vostro sogno erotico che non c'avevamo cazzi di realizzare, fa di voi dei cafoni.


8. Ci piacciono tanto i complimenti. Anche nel frangente sessuale. Tenete presente però che la classe è il miglior lubrificante del mondo. Che bella che sei (con sottinteso, Stai tranquilla ho fatto finta di non accorgermi di tutte le smagliature che hai sul culo), ci piace. Tutto ciò che va oltre è un rischio.
Decidete voi, siete grandi abbastanza.

9. Allora. Sappiamo che siete stati contenti. Abbiamo avuto prove tangibili e scientificamente provabili. Voi invece non lo saprete mai con sicurezza assoluta. E' ingiusto? Sì. Ma è così. Frasi come Ti è piaciuto, post coito non vi aiuteranno a conoscere la verità. Obbligherà solo noi a dover mentire per la seconda volta in pochi secondi. Abbiate rispetto per la nostre intelligenza. E anche per la vostra.

Per il resto state sereni. Andate bene così.

venerdì 15 agosto 2014

Non dovete badare al cantante

Di recente ho letto che il terrore per gli squali è completamente immotivato. Fanno in media 6 morti all'anno nel mondo, praticamente dieci volte in meno degli ippopotami.

Lo stesso non si può dire per i cantanti che si esibiscono nei locali di tendenza da luglio a fine agosto.
Qui le vittime sono centinaia. 
Passi il bagnino eroe, il buttafuori muscoloso, il barista ammiccante e il gelataio romantico. Il vero incubo dei litorali è il cantante. 
Questo maschiomostro pericolosissimo solitamente suona una chitarra e canta. Non importa che imiti Albano o Mark Knopfler. Lui sa cantare e noi no. Parte avvantaggiato. 
Il problema poi avviene quando questo essere mitologico, metà stallone metà leggenda, ci guarda. 
Noi siamo lì, con il quarto Sex on the Beach in mano che iniziamo a vacillare sui tacchi e lui, dall'alto di quel palchetto, ci squadra. 
Il cantante ha un potere soprannaturale, che a confronto quelli di Superman erano trucchetti da Walter il mago. Non si sa come mai, ma qualsiasi sia il suo motivetto da Mare profumo di mare con l'amore io voglio giocare, Aveva gli occhi dell'amore, verdiiii, Luglio col bene che ti voglio, Bella come una mattina di acqua cristallina, Margherita è miaaaa, sembra proprio dedicato a noi. Perfetto. Ci calza come un calzino e/o come il pene perfetto. 
Soprassediamo all'istante di non chiamarci Margherita e di avere gli occhi nocciola e ci invaghiamo in zerodue. 
Cadiamo come pere al pensiero di trovarci in spiaggia al tramonto con uno così, mentre ci dedica una serenata davanti ad un fuoco. (Che poi, i fuochi sono vietati e le serenate ci farebbero vomitare, ma pazienza).
Perché questo è il problema. 


Il cantante sa toccare le note giuste e non solo quelle della chitarra. Riesce a trovare tra la folla le ragazze carine e le punta, come un occhio di bue dall'ormone godereccio. 
E il nervoso è doppio se penso che 1. Ci infatuiamo senza che lui abbia fatto neanche una cazzo di minima fatica, 2. A fine serata improvviseremo con le nostre amiche parole a caso sulle note di Gigi D'Alessio pur di farci notare. Quello stesso Gigi D'Alessio i cui CD appartenuti al nostro ex, li abbiamo incendiati per oltraggio al pubblico decoro. 
Non dirgli mai che siamo stati a letto per un giorno interooooo. Eccolalà. La sappiamo proprio tutta.  Meglio non dirlo a nessuno.

Anyway.
Il giorno dopo, ovvero il giorno post limone al cantante, post fellatio al cantante, post rotolamenti su scogli appuntiti col cantante, ci viene un'ombra di dubbio. 
Così. Passeggera.
Ma non è che usa la stessa tattica con tutte? 

Eccerto. Sennò mica sarebbe così fottutamente sicuro di sé, se non sapesse che tutto quello che fa funziona.
Allora così, due suggerimenti per non caderci proprio come polle. 
1. Il cantante si nutre del proprio ego. Il giorno in cui la folla non l'acclamerà più, lui si impiccherà con le corde della sua chitarra. Lo volete nel vostro letto, a costo di prendervi una malattia infettiva? Lodatelo. Ditegli che è stato bravissimo. Anche se canta Ligabue con l'intonazione dei Cugini di Campagna. Bravissimo.
2. Quello stesso cantante si è scopato probabilmente me, voi, la vostra cugina di secondo grado e vostra zia, quella con i baffi. Prendete tutto questo per ciò che è. Un'avventura a cui pensare d'inverno, quando l'unica cosa che vorrete farvi sarà un Ciobar. 
Non ci si innamora di uno così, perdio.
3. Sappiate che domani ne avrà un'altra. Fate uguale e non rimaneteci male. E' solo un cantante che suona in un bar. Vi vedete insieme a dicembre inoltrato, in un monolocale non riscaldato, mentre cerca di sopravvivere suonando Love me tender?
4. Non vi caccerà. Con lui i giochi gatto/topo non funzionano. Se pensate di farlo capitolare ai vostri piedi non dandogliela, lui non vi rincorrerà. Ne ha troppe per perdersi il divertimento di una notte dietro a voi,  turiste schizzinose. Quindi se vi piace stateci. E raccontatelo.
5. Proteggetevi. Che data la sua promiscuità sessuale, sta sviluppando probabilmente un nuovo ceppo di malaria. Non vale la pena manco una candida, per uno così. 

Giusto per dire che il cantante è fichissimo, bravissimo e talentuosissimo. 
E va bene. Per una notte. Poi basta.