mercoledì 19 marzo 2014

Lettera al mio papà (orso).

Perché papà sei il mio primo amore.
E come tutti grandi amori che si rispettano, mi sei piaciuto dal primo sguardo.
Credo che sia partita come una cotta, dove io guardavo te e tu guardavi me, entrambi con un'espressione di leggera diffidenza.
Poi ci siamo frequentati per un po'.

Tu ti alzavi di notte. Per questo devo dire che mi sei piaciuto molto.
Eri come un fidanzato che risponde subito ai messaggi di Whatsapp. Senza attesa. Senza creare panico aspettando qualcosa che non arriva. Tu c'eri. Una garanzia mica da ridere.
Come tutti i figli sono arrivata nella tua vita e l'ho scombinata. Come succede con gli amori.
Tu sei lì, che vivi tranquillo. E poi capita. Dall'oggi al domani ecco che un'altra persona ha preso i tuoi pensieri.
Dimmi papà se questo non è come l'arrivo del grande amore. Che ti occupa la mente e le giornate.

Secondo me hai avuto anche paura. Di non farcela, di non essere amato, o apprezzato. O semplicemente di non essere capito.
Non è facile sai capire chi viaggia tanto, chi lotta con i denti per il proprio lavoro, chi d'estate non c'è sempre.
C'è voluto un po' di tempo, un bel po' di esperienze, un po' di confronti per capire che anche quello, soprattutto quello, era amore.

Ma tu ce l'hai fatta. E io sono ancora qua. Quasi ventinove anni d'amore.

Una volta sola ci siamo lasciati. Ma capita a tutti.

Da bambina mi sporgevo in alto verso di te, immenso come una quercia secolare, solida, dalle radici profonde e i rami allegri. E già allora, il nostro sentimento si era trasformato nel grande amore.
Non un grande amore, ma IL grande amore.
Perché io sono stata la primogenita. Quella su cui sperimentare. La creatura su cui hai potuto misurare se eri ancora un ragazzo, o se ti eri già evoluto in uomo. Attraverso di me tu eri in grado di capire se eri pronto, a questo ruolo di cui non si è mai pronti.
E tu sei stato da subito l'uomo su cui misurare tutti gli altri.

A te le cose banali non piacciono. Devi esser sempre un po' fuori dagli schemi. Quindi se adesso dico "Grazie" mi sembra di vederti. Che sbuffi. Che pensi. " Si va beh dai, prego".
Ma io Grazie te lo dico lo stesso. Perché mi hai fatto testarda. E quindi ho diritto di esserlo, e dire quello che voglio.
Grazie perché mi hai insegnato a ridere, di me stessa in primis.

Grazie perché anche se sei un orso, e non dici mai "Ti voglio bene", me lo dimostri ogni singolo giorno.

Grazie perché mi hai insegnato che se non si combatte, non vale la pena di viverla, questa esistenza.

Grazie perché mi hai insegnato che la parola data e mantenuta, è la più grande garanzia di affidabilità.

Grazie perché mi hai insegnato che la vita è molto più facile se la si affronta divertendosi.

Grazie perché mi hai insegnato un sacco di cose sagge, e dato un sacco di consigli bizzarri. Che non seguirò mai. Tu lo sai. E fai finta di niente.

Grazie perché mi hai insegnato, con l'aiuto di quella donna eccezionale che è la mamma, che l'amore per un figlio è l'amore più grande e che si possa provare.
E fino a che non ne avrò uno di mio, tu rimarrai il primo grande amore.

Grazie a tutti i papà. Che ci sono. Che ci saranno. Che non possono vedere crescere i figli. Che non hanno il coraggio di fare i papà. Che combattono battaglie davanti ai giudici. Che prendono il loro ruolo molto seriamente. E a quelli che fare il papà è come fare il fratello maggiore.

Grazie a tutti i papà che ci sono ogni giorno, e non solo oggi.






4 commenti:

  1. Mi hai fatto commuovere. Bellissimo post.

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  2. non è facile esser papà.
    non so se mia figlia penserà le cose bellissime che hai scritto tu

    so che ha tirato fuori da me cose che nemmeno pensavo di avere

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    1. Da figlia, è il miglior complimento che potessi ricevere. Grazie.

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