lunedì 26 maggio 2014

L'amore ai tempi dei cliché

L'amore ai tempi della diversità, e dei cliché.
Che cosa bislacca.
Le bambine di tutto il mondo sono cresciute pensando che effettivamente sia possibile essere risvegliate da un sonno eterno con un bacio.
Salvo poi scoprire, in adolescenza, che se baci un rospo non solo non diventerà Principe, ma probabilmente ti passerà la mononucleosi.
D'altra parte i modelli si sprecano: Cenerentola era una sguattera che parlava con i topi. E alla fine si è sposata il manzo. Distratta, felice, con il suo Happy Ending ed un vestito da urlo.
Pocahontas ha deciso di mandare in bianco il suo corteggiatore pellerossa, per il biondo occidentale. Bella scelta amica. Non potevi startene nella tua tenda ad allevare bambini, invece di infognarti con uno che alla fine della favola se ne va, lasciandoti una reputazione abbastanza discussa?           
                                                      Punizione divina inclusa. 
Jane Austen?
Marta Marzotto?
Elisa di Rivombrosa?
Il punto è un altro.
E' che io non ci credo ai finali di favola in generale. Tanto meno credo ai finali da favola tra persone che non facciano parte di una produzione Disney o del cast di Cinzia T.H. Torrini.

Una serie di appuntamenti imbarazzanti con individui psicopatici mi ha indotto a invocare un dio minore. E a smettere di vivere sul tappeto volante di Aladdin per calarmi nel mondo comune.
Una tragedia, sia chiaro.


Apro una parentesi, perchè doverosa.
Siamo tutte convintissime che se non usciamo con uno che sia issimo -simpaticissimo, brillantissimo, bellissimo, eterissimo, ricchissimo- non saremo felici. Tanto vale stare a casa a guardare la seicentesima replica di Harry ti presento Sally, e farla finita strozzate dai pop corn.
Ma secondo me non è proprio così.
L'Happy Ending ci può essere tranquillamente anche con chi non abbia passato il weekend scalando l'Everest.
Con chi beve il Chinotto invece del Negroni.
Con chi ha delle pantofole pelose a forma di Bugs Bunny.
L'Happy Ending può essere con chi non sia il sosia di Brad Pitt. Ma di Michele il pizzaiolo.
Finiamola di pensare che saremo felici solo con chi ha preso parte almeno a 3 spedizioni avventurose in Nuova Guinea.
Con chi ha i bicipiti talmente grossi da poterci portare in braccio per i prossimi 27 mesi, perché abbiamo guardato Le pagine della nostra vita una volta di troppo.
Non è detto che l'uomo giusto sia quello che appena ci vede, ci lanci una serie di sguardi languidi e frasi d'effetto stile Ufficiale Gentiluomo.
Per esperienza personale, chi esordisce con farsi da film, è perchè non ne conosce altre.
Ci hanno detto che ci saremmo innamorate del più figo della compa, del più maschio, del più sessualmente stimolante. Del più maledetto.
Secondo questa teoria dovremmo tutte fidanzarci con del testosterone vagante e stronzo.
Che boiata. E che ansia. E soprattutto che infelicità.
Perché dobbiamo votarci all'infelicità?
Inoltre. L'Happy ending esiste? Cioè se io mi sposo con l'uomo dei miei sogni, appena mi fa incazzare non è più Happy Ending? E se mi tradisce? Ho sbagliato tutto? E se io mi innamoro di un altro? Ho confuso l'Ending? Cheppalle. 
 Fine parentesi.
Oltre ad avere dei dubbi sui finali da favola ho anche non poche perplessità sull'amore tra diversissimi.

Se amiamo il gelato pieno di grassi evitiamo per il nostro bene di uscire con l'istruttore di body building.
Si chiama Evitare uno smaronamento di balle da premio Nobel, con successivo inabissamento dell'ego.
Se al sabato sera il mio ideale di felicità astrale è stare a casa a guardare la Maria De Filippi, il barista da discoteca me lo sconsiglio da sola.
Mi sottopongo a del training autogeno per togliermelo dalla testa. Anche se è alto 1.90, è biondo, e mi dice Nessuno può mettere Baby in un angolo.
E' banale? Può essere.
E allora mi spiegate perchè ho file di amiche piangenti? Perchè io stessa ho sbavato dietro a un casino di Playboy che nella lista di priorità mi inserivano tra la visita della cugina e il ristorante Thai?

Io, che ho fatto sedute spiritiche invocando richieste di cene che non sono mai arrivate?

Perchè donne?
Perchè siamo piene di miti del cazzo.
Perchè siamo ragionevoli come un gallo in un combattimento.
Perchè non capiamo una cosa fondamentale.
Non è vero che se lui è uguale a noi, ci romperemo le balle.
Non è vero che se lui è un bravo ragazzo, sarà per forza noioso.
Ci deve rompere le balle che non chiami.
Ci deve annoiare quando lo vediamo flirtare con la cameriera, senza aspettare che siamo andate in bagno.
Quando ci molla senza neanche aver parlato di cunnilingus.
Quando divide il conto alla romana, come se fossimo la sua coinquilina Giuseppina.
Quando ci dice ”Ti scrivo appena sono a casa”. Era il 2010 e ancora non abbiamo avuto sue notizie.

Se fossi una mamma pesce racconterei ai miei pesciolini la storia d'amore tra noi trote e uno squalo. Gliela racconterei prima di dormire.
Ma non vorrei che ci credessero. Vorrei che capissero che le storie d'amore esistono. Punto.
Ma se a diciotto anni la mia pescia minore tornasse a casa innamorata di uno squalo, mi chiederei dove ho sbagliato.
Dove abbiamo sbagliato pescioline?





7 commenti:

  1. Amen sorella fighissima!

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  2. Io invece alle favole ci credo. Magari non arriverà un principe azzurro, ma forse con Michele il pizzaiolo avrò una vita felicissima.

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  3. Allora Katia, auguro a te a Michele, tutto l'Happy Ending possibile! A presto.

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  4. Fantastica! ti seguo da poco. E da poco ho deciso di scrivere i miei pensieri riguardo amore e sentimenti su un blog. E' la mia valvola di sfogo. Ma leggere i tuoi post mi fa sempre sorridere di brutto. Complimenti

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