martedì 2 settembre 2014

Io ci credo

Io sono una che nella vita ci crede.
Credo che un giorno diventerò così schifosamente ricca da permettermi Cracco in cucina, nudo, intento a preparare dei manicaretti che portino il mio nome.
Credo che riuscirò ad essere una mamma fichissima ed ovviamente un premio Pulitzer.

Credo che un giorno rientrerò in una 44 continuando a mangiare porcate pazzesche.
Credo che se mangerò il cioccolato alla domenica quelle calorie si disperderanno nel nulla e che se correrò per 15 minuti, potrò finalmente assaltare il frigo degli alcolici, perché cazzo, ho corso per 15 minuti (di solito di fila, ma non è mica detto).

Credo che il mio lavoro mi permetterà di guadagnare abbastanza da farmi fare tre mesi di vacanze caraibiche all'anno, ma soprattutto che il mio lavoro mi permetterà di prendermi 3 mesi di vacanze caraibiche all'anno.
Credo che se frequenterò persone buone, diventerò una persona buona. Lo stesso vale per le persone belle.

Sono una di quelle donne che ci mettono un po' a capire quando qualcuno le sta prendendo per il culo, perché di fatto non sono ancora arrivata a dubitare a priori del genere umano.
Credo al tipo che mi dice che non ha avuto tempo di scrivermi perché impegnatissimo a salvare le sorti dell'iguana in Nuova Guinea, quando in realtà ha passato il pomeriggio in una lotta tra se stesso e il livello 390 di Candy Crush.
Credo a tutti i Ti amerò per sempre che mi sono stati detti, anche anni dopo che quelle parole si sono esaurite, consumate, estinte. Ci credo anche se chi le ha proferite ha avuto dei figli -non con me-, ha traslocato -non con me- si è rifatto una vita -non con me-. Ci credo ancora perché non riesco a concepire la teoria secondo cui l'amore ad un certo punto marcisce e si esaurisce, come una pila che ha dato il meglio di sé, tragicamente scarica.
L'amore rimane. Si dimentica. Si insulta. Si seppellisce. Ma rimane. Ci credo.
Credo che sia possibile invecchiare con la stessa persona e ridere ancora, dopo 50 anni, delle stesse battute.
Credo nel destino, perché ciò mi consente regolarmente di fuggire dalle decisioni che non sarei mai in grado di prendere da sola. Faccio fare a lui. Che ne sa.

Credo alla mia mamma quando mi dice che sono la cosa più bella che ha fatto, dimenticandosi all'istante delle notti insonni, dell'isteria pre e post adolescenziale, del telefono sempre spento, delle mie fughe romantiche, delle incazzature proprie degli animi inquieti come il mio.

Credo che tutte le teorie, le lotte, i monologhi, i pianti disperati contro un cuscino, i pugni battuti regolarmente su un muro troppo duro, siano stati la parte migliore della mia vita. O almeno quella più sana.

Credo anche e soprattutto nei miracoli.
Credo nel miracolo di sapere dire di no ad un amore invadente, ad un amore oppressivo, ad un amore che non lascia scampo.
Credo nel miracolo di sapere dire di sì ad un cambiamento che da tanto stavo aspettando, ad un figlio che fa una paura pazzesca, ad un'amica che vuole vedermi da tempo.

Credo ai prodotti dimagranti che si fanno largo tra i vari: Più mangi e più dimagrisci, come credo ai deodoranti Più sudi e più profumi o agli uomini del Non ti ho chiamata perché mi piaci troppo.
Credo nella bellezza degli uomini che viaggiano, e annusano, e ascoltano, e assaggiano, e alla fine ti raccontano tutto, specialmente i dettagli.
Credo che la cultura e l'informazione siano la migliore àncora contro l'ignoranza e il perbenismo.

Credo che ballare in mutande non risolva oggettivamente un cazzo, ma ripari -per un po'- le ferite dannosamente più emotive. Per questo ogni volta che sono triste ballo in mutande.
Credo che essere abbracciati sia la cura più efficace che una persona possa offrire ad un'altra. Insieme ad una tequila.
Credo che le ragazze più belle non sono solo quelle più felici ma anche quelle che non hanno demoni da cui scappare.

Tutto questo per dire che esistono persone che ci credono.
E altre che se ne approfittano.
E che alla fine rubare la speranza a una che ci crede, è quasi più schifoso che rubare le caramelle ad un bambino che per tutto il giorno le ha sognate.
Non si fa.

























25 commenti:

  1. cara MaryG. chi di speranze vive di speranze muore!
    ti scrivo dannatamente cinico ma ti prego di credermi, ti rispetto e per certi aspetti dopo questo Tuo articolo di voglio perfino bene, mi ricordi la mia ex compagna con la quale ho convissuto alcuni anni, ma Lei come Te rappresentate quel genere femminile delle sognatrici antagoniste di quei maschi colpiti dalla sindrome di Peter Pan, svegliatevi carissime 30 40enni, a questa età si dovrebbe già aver avuto un marito una casa, minimo un figlio ed una vita lavorativa appagante, invece siete state congelate con la data di scadenza da un sistema falso e tendenzioso a garantire i soli interessi dell' 1% della popolazione mondiale, incazzatevi con questa classe politica e dirigente che sta devastando la vita di troppe generazioni.

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    1. Caro Mark,
      sono infinitamente grata al tuo volermi mettere in guardia, ma credimi. La mia casa, il mio lavoro, un figlio, l'amore, la politica, la vita. Nella lista c'è tutto quello che volevo avere e manca quello da cui fuggo.
      Per il resto si sogna e si aspetta -che sennò che gusto c'è-.
      Le nostre battaglie sono intime, ma costanti.
      ps. Io sono io e ti perdono ( :-) ) ma non paragonare mai una donna alla tua ex, pena una rottura di palle micidiale.

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    2. Non si offende nessuno Mark, stai sereno.
      Le pazze esistono, come i pazzi. E' un mondo vario, che personalmente amo molto.
      Detto ciò sono colpita dalle tue fonti. Lifestyle è sicuramente un blog scientificamente apprezzato dal panorama medico e psicologico.
      Chapeau.

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    3. Ahhaha MaryG. le risposte che dai sono da Oscar!

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    4. Mamma mia Mark che pesantezza.
      E quindi? Siamo pazze? Lunatiche? Egocentriche? Va bene. Quindi?
      Ci dici anche qualcosa che non sappiamo?

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    5. per Marica, dico che siete belle così come siete! Anche se avessi poteri soprannaturali non vi cambierei mi piacete così, ma per favore non fate le vittime, quando il vostro uomo non vi comprende o non è in grado di sopperire alle vostre mancanze non andate in escandescenza, facevano bene gli antichi romani destinando un area apposita nella domus chiamata gineceo, dove le donne potevano svolgere la loro vita senza che gli uomini s'intromettessero e viceversa, nonostante l'apparente discriminazione le donne romane avevano su i loro uomini un influenza capace di cambiare le sorti della politica dell'impero o repubblica.
      Prendere esempio dalla nostra storia che ha formato l'intero occidente non significa tornare indietro con i secoli ma capire che nella coppia ci sono due ruoli fondamentali diversi da coltivare e spazi personali da rispettare.

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    6. Va bene Mark, il messaggio è chiaro.
      Quando mi verrai a trovare ti metterò nella stanzetta triste, da solo, in modo che tu sia a tuo agio.
      O anche in cucina.
      No aspetta. I ruoli devono essere separati giusto? Quindi in cucina no, che poi ti senti sopraffatto nella tua virilità maschile e succede un casino.
      Ti metterò in garage, ad armeggiare con macchine e motorini, così il tuo ego ne sarà deliziato.
      Per altre esigenze, non esitare a chiedere, che siamo tutti qui per te.
      Se poi vuoi spostare l'attenzione su un altro argomento che non sia "Io ci credo", fai pure, tanto mi pare che l'off-topic sia la tua specialità.
      Per il resto. Non sembra che le donne ti piacciano così come sono. Ma è solo una mia umilissima opinione. Ti allegherei un articolo che parli di questo, ma non mi sembra il caso.

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    7. Ahhahah! MaryG. wins!
      Sono caduta dalla sedia per la tua risposta!
      Mark, basta. Facci un favore.

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    8. per Marica, mentre io cito fatti storici e riferimenti di analisi psico-sociologiche tu invece ciarli senza esplicare un concetto degno di rispetto.

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    9. Le tue analisi non interessano a nessuno.
      E il mio concetto-già espresso-è NOIA.
      La mia analisi psico-sociologica è che ti serva uno spazio per vomitare tutto quello che pensi delle donne, senza capire che nessuno te lo ha chiesto e che il tuo monologo non solo non viene incentivato, ma non interessa.

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    10. per MaryG.
      il gineceo non comprendeva la cucina nemmeno la lavanderia, era un luogo dedicato esclusivamente alla donna/e della casa padrone della domus.

      Non sono affatto off-topic, senza sindacare sulla gestione del tuo blog o dar giudizi sui tuoi articoli permettimi però una precisazione, in "io ci credo" scambi i sogni alla marzullo per ideali, ideali nel senso di bene, come principio o valore etico che ogni essere umano deve perseguire per dare un senso alla propria vita.
      Infatti sono le donne che scelgono e decidono con quale uomo condividere... sognando l'uomo ideale che spesso poi dopo con il tempo non vi appare più così; parafrasando il concetto per essere più chiaro, scambiate lucciole per lanterne!

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    11. Va bene Mark. Terrò molto in considerazione le tue parole e i tuoi consigli. Assolutamente.
      Grazie della tua testimonianza.
      Sì sono ironica.
      Per quanto riguarda gli ideali ognuno ha i suoi. Questo è sacrosanto.
      Per quanto riguarda questo tuo accanimento nel dover sempre fare distinzioni tra uomini e donne, condivido quello che pensa Marica.
      A presto

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  2. Mi fai morire - dal ridere e per la commozione - praticamente ogni volta che scrivi qualcosa.
    Da quando ho scoperto questo blog sono tutta un "Ah, ma allora non sono l'unica terribilmente incoerente da pensarla così!". Forse frequento compagnie troppo tradizionaliste. Comunque, grazie per queste tue ventate d'aria fresca.

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    1. Ne sono onorata, Charlie.
      Ti ringrazio del bellissimo commento.
      Se capiti a Padova ti presento qualche amica assolutamente non convenzionale ( e incoerente) per serata a base di tequila.

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    2. Potrei prenderti in parola, la tequila è il mio punto debole.

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    3. Anche il mio, Charlie. Anche il mio.

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  3. Che post bellissimo MaryG! Adoro!

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  4. Sei sempre bravissima.
    Ammiro tanto da futura scrittrice quale vorrei essere, il passaggio che fai da temi ironici e leggeri, a quelli più profondi e corposi.
    Mi piaci proprio.

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    1. Grazie Martina, sono felice che ti piaccia.
      Ti abbraccio

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  5. Meraviglioso post e meravigliosa tu.

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  6. Non ci conosciamo, è chiaro, ma ho letto le famose righe e mi ha colpito parecchio quello che hai scritto. Un po' perché dicono che noi donne crediamo a tutto, alle favole e al principe azzurro, al ti amo di un uomo e al ti trovo dimagrita degli amici. Ma io direi che siamo noi che scegliamo di credere qualche volta. Perché se scegliamo di credere abbiamo delle possibilità di essere felici, se scegliamo di essere ciniche a prescindere allora siamo colpevoli di non averci creduto abbastanza. Trovo ci sia molta verità in quello che hai scritto ma il primo pensiero che mi è venuto è stato questo e ho pensato di scriverlo.

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    1. Giustissimo Denise.
      E poi te lo dice una che ha una dose massiccia di cinismo nel corpo: Se non ci crediamo, che senso ha? A volte sappiamo benissimo che non siamo dimagrite, anzi, siamo larghe come la scrivania, ma sapere che qualcuno mente per farci felici ci fa stare bene. E allora, come può essere sbagliato?

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  7. Scegliere di credere è una scelta coraggiosa, in questo mondo di m***a. Ti stimo per questo, e vorrei avere la forza di crederci davvero anche io, di nuovo. Nonostante le persone che ne approfittano. Grazie per le belle parole che hai condiviso.

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    1. Sai cosa...più che scegliere di credere io penso che ci voglia del coraggio per affrontare le conseguenze di quello a cui crediamo. Pagare per la troppa leggerezza/ingenuità. Una volta che paghi puoi fare tutto.
      Anche imparare. E continuare a crederci, con un pizzico in più di razionalità.
      Ti abbraccio

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